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Di seguito il comunicato di Potere al Popolo! Torre del Greco in merito alla visita di Roberto Fico a Torre del Greco di ieri martedì 14 ottobre 2025. "La Regione ha due voci. Noi Scegliamo quella del Popolo. Mentre i partiti del Palazzo ascoltano il linguaggio del profitto, la nostra politica parla di diritti, lavoro e dignità.

Martedì 14 ottobre, Roberto Fico ha incontrato gli imprenditori del mare a Torre del Greco. Mentre nella nostra regione ampi settori popolari attraversano difficoltà ed emergenze abitative, lavorative, ambientali e sanitarie il principale candidato del campo largo decide di incontrare un'altra regione: quella dei potenti.

È in corso una lotta per l’anima della Campania.

Da una parte, una politica che guarda ai bilanci aziendali, agli interessi di categoria, ai tavoli dei padroni. Dall’altra, una politica che ascolta il respiro affannato di chi quei bilanci li subisce, la fatica di chi quei tavoli li sparecchia. Campania Popolare non ha dubbi: noi siamo la seconda.

C’è un linguaggio che risuona nelle sale dei consigli di amministrazione e negli studi dei tecnocrati. È un linguaggio fatto di indicatori di mercato, di produttività, di tagli alla spesa sociale. È la lingua madre dei nostri avversari politici, da Fico a Cirelli che in quella Campania ci vivono e che a quella Campania – quella dell’élite economica e imprenditoriale – guardano come unico riferimento.

Poi c’è un’altra lingua. Quella che si parla nelle case chiedendosi come arrivare a fine mese, negli ospedali con liste d'attesa infinite, nelle fabbriche e negli uffici dove i diritti sono un ricordo, nelle scuole pubbliche che chiedono più risorse, quella che parla dei crimini e degli abusi ambientali del nostro Vesuvio e della terra dei fuochi, del mare e del bradisismo, del diritto alla casa diventato business per turisti e degli sfratti a chi non sa come pagare affitti triplicati.

È la lingua della sopravvivenza, della dignità, della rabbia e della speranza. È la lingua che Campania Popolare conosce, perché è la nostra.

Questa differenza di linguaggio non è una sfumatura; è una questione di priorità politiche.

Loro parlano di incentivi alle imprese; noi parliamo di salari dignitosi e posti di lavoro stabili.

Loro vedono la sanità come un costo; noi la difendiamo come un diritto universale.

Loro gestiscono la scuola come un'azienda; noi la vogliamo potenziare, perché è il motore dell’emancipazione popolare.

Loro sentono la cura dell’ambiente come un costo; noi vogliamo la tutela e la preservazione delle aree verdi e del mare.

Loro ordinano sfratti e assecondano turistificazione e gentrificazione; noi difendiamo il diritto all’abitare nei centri e nelle periferie.

I governi regionali che si sono succeduti, di centrodestra e di centrosinistra, hanno spesso ascoltato la prima voce, quella che promette sviluppo ma che troppo spesso produce disuguaglianze e precarietà. Hanno scelto di stare dalla parte di chi il potere lo detiene già.

Noi siamo l'alternativa reale

Campania Popolare non chiede un posto a quel tavolo. Noi vogliamo quel tavolo vogliamo rovesciarlo e costruirne uno nuovo, più grande, a cui abbiano posto le lavoratrici e i lavoratori, i precari, gli studenti, i pensionati.

La nostra politica non nasce da un calcolo elettorale, ma da una scelta di campo precisa e irrevocabile: stare dalla parte degli sfruttati, degli oppressi, degli ultimi. Della maggioranza. Perché è da lì che può ripartire una regione più giusta per tutti.

Non siamo una lista del dialogo a tutti i costi con i potenti. Siamo portavoce del conflitto necessario per restituire la Campania a chi la abita e la vive ogni giorno, con fatica e passione.

La nostra Campania parla Popolare

La nostra è una politica che "parla popolare" non solo perché si rivolge al popolo, ma perché ne usa il linguaggio, ne condivide le battaglie, ne incarna le aspirazioni e si fa carico di dar loro voce.

Mentre gli avversari di destre e campo-extralarge promettono di "far ripartire l'economia" per conto di pochi, noi lottiamo per "redistribuire la ricchezza" a vantaggio di tutte e tutti.

La scelta è netta, chiara e non ammette ambiguità. Da una parte la Campania degli affari. Dall'altra, la Campania del popolo.

Noi abbiamo già scelto. E tu?"