di CLEMENTINA LEONE
La funzione tradizionale dell’educazione letteraria negli anni è sempre stata quella di costruire l’Unità d'Italia.
Nel 1800 e nel primo Novecento era in gioco una funzione civile e politica, diretta a creare valori comuni come l’esercizio collettivo della lingua italiana (contrapposta ai “dialetti” regionali), l’incremento della capacità di lettura per le classi povere e la creazione di un “pacchetto” di letture ritenute indispensabili per identificare il cittadino colto. Oggi, nel momento in cui la scuola include ancora nei suoi percorsi formativi l’obbligatorietà dell’educazione letteraria, non pochi perfino tra gli insegnati, si chiedono quale sia il valore sociale e cognitivo dell’insegnamento letterario. Le domande vengono poste non solo dagli studenti, per la maggior parte poco interessati alla lettura di romanzi, poesie, ed opere teatrali, ma anche da adulti che poco valorizzano le competenze letterarie, ma ritengono utili (ossia: “spendibili”), capacità informatiche, conoscenze linguistiche (in realtà per lo più solo dell’inglese), o abilità tecnico-professionali. Forse il problema sta proprio nel fatto che, non si riconosce alla conoscenza della letteratura il valore di una competenza e questo è sbagliato visto che, la stessa continua ad essere lo strumento indispensabile per aiutare l'umanità a capire le complessità e riflettere sul valore delle differenze. Purtroppo, in pochi la pensano ancora così e lo dimostrano di anno in anno le vendite dei libri che diminuiscono a vista d'occhio aggravando una situazione che è peggiorata dopo i buoni numeri registrati durante la pandemia di covid-19. La centralità di romanzi e saggi nel consumo culturale è da tempo messa in discussione da altri prodotti, a partire dalle serie tv. Lo è anche quella degli intellettuali, la cui voce davanti alle tragedie di oggi rimane inascoltata, come ha scritto la giornalista turca Ece Temelkuran. Inoltre, l’azione predatoria dei social network sulla nostra attenzione, insieme alla possibilità di essere sempre esposti agli stimoli che ci arrivano da internet, ha ridotto di gran lunga il tempo e la capacità di concentrarsi su letture lunghe e complesse. “L’ascesa di podcast, newsletter e meme ha dato credito a questa visione”. Ovviamente, la letteratura è la salvezza per riemergere dall’oscurità: poesie, romanzi e opere di grandi autori possono aiutarci a conoscere meglio noi stessi, ma anche a vivere molte vite. Insegnamento, attualizzazione e valorizzazione delle opere letterarie alla luce dell'esperienza contemporanea in un orizzonte letterario internazionale è ciò che dobbiamo ricominciare a fare per conoscere bene noi stessi quindi gli altri.