Il Centro di Salute Mentale (CSM) di Eboli ha aperto le proprie porte alla comunità in occasione della mostra conclusiva del Laboratorio di Pittura Itinerante, un percorso espressivo e relazionale che ha coinvolto gli utenti dell’UOSM di Eboli e dell’UOSM di Contursi–Oliveto, confermando il ruolo del servizio non solo come luogo di cura, ma anche come spazio di partecipazione e inclusione.

La pittura è stata utilizzata come linguaggio non verbale, capace di dare forma alle emozioni e ai vissuti personali, favorendo il dialogo e la relazione. Le opere esposte restituiscono un articolato itinerario visivo attraverso alcuni luoghi simbolo della provincia di Salerno — tra cui Eboli, Paestum, Velia, Buccino con il Museo Archeologico e la Certosa di Padula — rielaborati dai partecipanti attraverso il colore e il segno, in un continuo dialogo tra esperienza individuale e patrimonio collettivo.

Il laboratorio è stato condotto dalla Dott.ssa Angela Nigro e dal Maestro Fernando Mangone, che hanno accompagnato i partecipanti in un percorso graduale di avvicinamento all’arte e alla libera espressione. La Dott.ssa Angela Nigro ha curato l’aspetto storico-artistico, offrendo strumenti di conoscenza e lettura delle opere, mentre il Maestro Mangone ha guidato il lavoro pittorico, valorizzando la creatività e l’unicità di ciascun partecipante.

Il Dott. Antonio Mautone, Direttore dell’UOSM 5, ha sottolineato il valore dell’iniziativa: “Il Centro di Salute Mentale non è solo un luogo di assistenza, ma uno spazio di relazione e partecipazione. Con questo laboratorio abbiamo voluto offrire agli utenti un’occasione concreta per esprimersi e condividere. L’arte diventa un linguaggio che permette di comunicare ciò che spesso è difficile dire a parole, rafforzando la socialità e il senso di comunità”.

Il Maestro Fernando Mangone ha raccontato il percorso svolto con i partecipanti: “Abbiamo lavorato partendo dai grandi maestri dell’Ottocento e del Novecento, da Monet a Van Gogh, da Picasso a Carlo Levi, per comprenderne il linguaggio. Il cuore del laboratorio è stato osservare il territorio con occhi nuovi: luoghi come Paestum, Velia, Buccino o la Certosa di Padula diventano emozione e racconto. In queste opere emerge una sensibilità autentica e una forza espressiva sorprendente”.

Anche la Dott.ssa Angela Nigro ha evidenziato il valore educativo e umano dell’esperienza: “Il laboratorio ha permesso ai partecipanti di avvicinarsi all’arte in modo libero e accessibile, scoprendo che la conoscenza dei linguaggi artistici può diventare uno strumento di espressione personale e di crescita. L’arte, in questo contesto, non è esercizio tecnico, ma occasione di relazione, ascolto e riconoscimento”.

Per una sera, il Centro di Salute Mentale di Eboli si è trasformato in uno spazio espositivo aperto, favorendo l’incontro tra utenti, operatori e cittadini. La mostra finale ha rappresentato non solo la restituzione pubblica del lavoro svolto, ma anche la testimonianza concreta di un percorso che interpreta la salute mentale come esperienza di relazione, dignità e partecipazione attiva alla vita della comunità.