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Sabato 9 settembre, alle ore 19,00, presso lo storico Palazzo Allocca di Saviano, il Comune di Saviano e la Pro Loco ‘Il Campanile’ di Saviano inaugureranno la personale ‘Polisemìe - Eternamente ruota la ruota dell’essere’ dell’artista Maria Gagliardi.

L’esposizione propone una serie di lavori realizzati dall’artista mercè l’utilizzo di varie tecniche sia pittoriche che digitali, con un espresso richiamo al concetto del fluire dinamico dell’essere e della conseguente metamorfosi, ponendo interrogativi circa le leggi occulte che governano il processo e la decodificazione del simbolo, con un invito ad un doppio sguardo, che si risolve in una continua danza tra logos e mythos.

Letture di Gennaro Caliendo

Musiche di: Mario Simposio 

La mostra, ospitata nelle sale site il primo piano, resterà allestita e visitabile fino al 6 ottobre.

Orari di apertura: dal lunedì al sabato dalle ore 17,00 alle ore 20,00; la domenica dalle ore 10,00 alle ore 12,30 

Luogo: Palazzo Allocca, corso Garibaldi, n.14, Saviano (Na)

Il tema principale della ricerca artistica che sottende i lavori del progetto ‘Polisemìe- Eternamente ruota la ruota dell’essere’ ruota intorno al concetto della metamorfosi, del dinamismo e dell'evoluzione del significato di un simbolo e della trama sottile, spesso, ignota che ne governa il processo.

Polisemìa, infatti, racconta la storia di una parola che nasce come rappresentazione di un significato, come espressione di un quid, e poi, partendo da questa matrice concettuale, si evolve per significare altro, anche e spesso con una funzione metaforica.

Questa essenza, con il suo corrispondente significante, nasce, quindi, con una certa staticità e coerenza, che, poi, nel discendere nella dimensione trasformativa del temporale, si contamina e diventa, dunque, polisemica, acquisendo nuovi significati, nuovi equilibri e forme nuove, e trasformandosi, alfine, in altro da sé, pur senza lasciare ciò che è stato, ma calandolo nell’oltre.

La geografia, il senso, il disegno dell’evento non sempre appare immediatamente intelligibile al primo sguardo, ma spesso richiede un’indagine più sottile, che non sempre è percorribile e decodificabile.

‘Come le nuvole ci rivelano in che direzione soffiano i venti in alto sopra di noi, così gli spiriti più leggeri e più liberi preannunciano con le loro tendenze il tempo che farà’.

(Nietzsche)

L’invito è, dunque, ad un doppio sguardo, che, in entrambi i casi, si risolve in un inno alla vita, in una continua danza tra logos e mythos.

Lo sguardo incantato della contemplazione estatica, come strumento poetico.

Lo sguardo scrutante, volto alla decodificazione del simbolo e della narrazione, come strumento di liberazione ed evoluzione.