Quattro anziane si incontrano intorno a un tavolo per la quotidiana recitazione dell’Angelus.
Le donne constatano con rammarico che il loro piccolo villaggio è oramai lontano dall’Italia retta e integra che tanto amavano in passato. Il paesino è invece di giorno in giorno più̀ corrotto dalle giovani dissolute che lo abitano, potenzialmente letali per l’ordine famigliare e pubblico della comunità̀.
Agli occhi delle quattro amiche c’è un’unica soluzione: diventare omicide seriali per il bene della morale collettiva. Betta, Rosa, Concetta e Greta -questi sono i nomi delle anziane- sono solo le prime di molte protagoniste di Retrogusto Pop: uno spettacolo che narra sei storie, attraverso dieci quadri. Tramite ritmi sostenuti e tempi comici che attingono alla tradizione della Commedia dell’Arte e al clown contemporaneo, lo spettacolo propone una carrellata di giornate consuete in cui qualcosa cambierà̀ per non tornare più come prima.
Ogni scena è legata da un fil rouge: che cosa significa oggi vivere il femminile? Lo spettacolo volge uno sguardo ironico alle riflessioni che questa domanda genera, non tradendo mai la profondità̀ delle tematiche che sorreggono il testo.
La drammaturgia è scandita da dialoghi snelli e serrati, che narrano situazioni paradossali ma realistiche, aprendo davanti agli occhi del pubblico scenari comico- grotteschi del quotidiano. Le fonti di ricerca che sostengono la creazione di Retrogusto Pop sono varie, prima fra tutte è sicuramente L’enciclopedia delle Donna, testo pubblicato in venti volumi in Italia da Fratelli Fabbri nel 1963, da cui sono state ispirate le tre scene delle Enciclopedine. L'Enciclopedia non spinge solo le donne ad arrendersi a un ruolo sottomesso ma ad abbracciarlo con un sorriso splendente. All’interno del testo di Retrogusto Pop, le tre enciclopedine -zelanti venditrici della raccolta- sono effettivamente in apparenza perfette e vengono capitanate da una rigida e crudele regista. Con l'evolversi delle scene le tre donne compiranno una scelta inattesa dal manuale.
“Retrogusto Pop” di Lidia Ferrari, con Lidia Ferrari, Francesca Fatichenti, Michela Lo Preiato e Zelia Pelacani Catalano.
15 ottobre, alle 19.15, al Teatro Sala Keys di Pioppi
Il 19 ottobre, nella sala Teatro Giovanni Bianco del Palazzo della Cultura di Vallo della Lucania, alle 19,30 Pex srl presenta La foto del carabiniere (la storia di Salvo D’Acquisto e di mio padre). Di e con Claudio Boccaccini. Collaborazione artistica di Silvia Brogi. Nell’estate del 1960 Claudio Boccaccini, all’epoca bambino, scopre che il papà Tarquinio conservava gelosamente, e ai suoi occhi misteriosamente, la foto di un giovane in uniforme nella sua patente di guida. Il piccolo ne chiede al padre la ragione e, dopo molte insistenze, riesce a farsi raccontare la storia del giovane carabiniere, Salvo D’Acquisto, della loro amicizia e del suo eroico sacrificio che, nel 1943, salvò la vita di Tarquinio e di altri 21 uomini innocenti. La struttura narrativa ripercorre gli anni di un’Italia ingenua e spensierata, fruga tra i ricordi di una tipica famiglia romana, quella dell’autore, e attraverso una serie di istantanee di “come eravamo” compone un quadro ricco di emozioni, di nostalgia e di aneddoti esilaranti. La forza evocativa del testo è quella dirompente di una storia “vera” lasciata in eredità da un padre e trasformata dal figlio in uno spettacolo teatrale nel quale si ride e ci si commuove con la stessa intensità.
Nelle serate degli spettacoli al Teatro Sala Keys verrà allestita una mostra di pittura naif e artigianale denominata Croste.
Si ringrazia l'amministrazione provinciale e, nello specifico, il sindaco Franco Alfieri e il delegato alla cultura Francesco Morra per il patrocinio morale.