Teatro Genovesi: Viola di Caprioin scena con lo spettacolo «Burla» - Il  Mattino.it

Questo fine settimana (sabato 22 e domenica 23 ottobre) Viola Di  Caprio torna a calcare le tavole del Teatro Genovesi a Salerno con lo spettacolo “Burla” (il suo terzo spettacolo in “solitaria”) nell'ambito della XVII stagione del Teatro Genovesi a Salerno (via Principessa Sichelgaita, 12°) a cura della Compagnia dell’Eclissi. Infoline e prenotazioni 3382041379

Viola Di Caprio partendo dai precedenti lavori nati anche dalla sua scrittura ha tirato fuori un personaggio imprigionato dalle aspettative sul suo corpo. “Ho scelto la spogliarellista per renderlo in modo grossolano, perché tale è l’ansia sull’immagine del corpo che le donne vivono e subiscono. Ho immaginato un gineceo di chiacchiere e condizionamenti ma anche di solidarietà e confronto, come spesso sono le relazioni segrete e confidenziali femminili, che ho calato facilmente nel camerino del locale di strip. Ho inventato una storia banale, d’imminente matrimonio di uno dei personaggi, per far venire fuori la lotta tra la paura della solitudine e l’esigenza di autonomia, che in realtà accomuna sia gli uomini che le donne ma che, a mio avviso, ha costi più elevati per queste ultime”.

L’unica attrice in scena dipinge i caratteri di altri cinque personaggi, attraverso ‘dialoghi’ che facilitano il progredire del racconto. Il tentativo è di contaminare il genere ‘monologo teatrale’ con la stand-up comedy, che ha più dimestichezza con l’osar dire: è un gioco.

 

SINOSSI. Ortensia è una spogliarellista pigra, veterofemminista, over quaranta. È nel suo camerino, con le sue colleghe: Lucia, la senior retrograda; Chicca, la ventenne; Eleonora, ex danzatrice contemporanea; Rosa, la sposina; Laura, la depressa. Con loro il ricordo di Amalia, ex collega ormai mamma a tempo pieno. Nei loro discorsi da spogliatoio vengono sfiorati tutti i temi: il lavoro, il matrimonio, la maternità, l’amore, l’amicizia, la solidarietà, la politica. Ortensia cerca di monopolizzare il discorso, per distoglierlo dall’incombente addio al nubilato di Rosa. Propone la sua visione della vita e dell’essere donna senza un uomo. Ed un ammasso di contraddizioni e interrogativi si fa strada in modo ironico e leggero. Ognuna ha la sua ricetta, ognuna un diverso modo di zuccherare il caffè.