La parabola del figliol prodigo | dott. Giuseppe Basile psicoterapeuta  familiare

XXIV DOMENICA T. ORDINARIO anno c

Lc 15, 1-3.11-20 In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano: «Costui riceve i peccatori e mangia con loro».

Allora egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: "Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. "E il padre divise tra loro le sostanze. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. Allora rientrò in se stesso e disse: "Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno che esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. " Partì e s’incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò”.

Commento di don Gigi Pini

Quando si dice che non si vuol essere secondo a nessuno! - Il figlio era ancora lontano... e il Padre invece era già lì. - Il figlio se n’era fregato... e il Padre a perderci le notti. - Io gli ho girato le spalle... e i Suoi occhi a cercarmi nel buio della notte. - Il figlio ad invidiare le carrube dei maiali... e il Padre ad allevare il vitello per un sognato ritorno. - Il figlio che paga il sesso senza amore... e il Padre che immagina di gettargli le braccia al collo in una stretta d'amore vero. - Io che spesso mi siedo e mi arrendo... e il Padre che scruta l'orizzonte per vedermi camminare incontro a Lui. - Il figlio che pretende una parte d’eredità... e il Padre che sperava di dare tutto. - Il figlio che non si sente più figlio... e il Padre che con un bacio perdona e s’inventa la festa. - Io che ho sempre da dire e lamentarmi... e il Padre che legge il cuore di chi si converte e tenta il ritorno. - II figlio arrogante con i suoi quattro soldi... e il Padre commosso, ricco solamente d'amore. - Io che mi faccio le menate mentali... e il Padre che da sempre ha un progetto per me. Ecco, è fatto così il Dio che vuole essere amato più di tutto e di tutti, che vuole essere al centro del mio vivere. Così è fatto anche il Figlio, il Dio che si è fatto uno di noi. Questo Gesù non ha paura a stare con i peccatori, anzi, li cerca, li vuole perché conosce la tristezza e la nostalgia che c'è nel loro cuore e non si può sempre aspettare e non si può piangere sempre un minuto dopo... Gesù è venuto per salvare il mondo, e il suo stile è quello stesso del Padre. Non potrò mai perdere la speranza ed il coraggio di riuscire a rimettermi in piedi. Non potrò mai pensare che le mie "soste" siano senza rimedio... Basta un piccolo gesto del cuore e Lui è pronto ad un abbraccio che mi recupera e mi farà vivere, vivere a testa alta. Basta un piccolo sguardo verso il cielo per vederlo già pronto all'abbraccio con me. Gesù è come suo Padre: non ci vuole perdere, mai! Devo riprendermi il mio ruolo di figlio e di fratello…Loro ci saranno per sempre!