Onofrio Buccini, nella “Carità” il segno del suo genio: sabato 15 novembre  a Caserta la presentazione del libro di Salvatore Costanzo – infosannio

Il giudizio più acuto su Onofrio Buccini come uomo d’arte si deve allo scrittore dell’800 Francesco Mastriani: “Il Buccini appartiene a quella schiera non numerosa che, sdegnosa di basse cortigianie e modesta nella forma che circonda, frutto di sudati lavori, non piega la schiena dinanzi ai superbi divoratori del pane del popolo … non bacia le mani delle ‘loro eccellenze’, ne perde le ore, sacre al lavoro, nelle anticamere del sindaco o del prefetto; né siede a quelle agapi elettorali, in cui i destini della nazione sono decisi tra i tartufi e lo sciampagna”.

Gli scritti che Salvatore Costanzo ha raccolto nel ponderoso volume intitolato "Le verità di Buccini, vicende personaggi e sculture dell'800", gettano luce sull'intensa e febbrile attività dello scultore di Marcianise. La sua opera ha suscitato fino a ieri i più svariati apprezzamenti da parte dei critici. Considerevoli difficoltà si presentano a chi tenta di trattare con maggiore profondità questo artista, dal temperamento indomito e tenace, perché se è vero che sembra conoscersi molto della sua vita, i suoi numerosi lavori sono in parte andati perduti, in parte si trovano forse sparsi e custoditi in case private.

Significative le innovazioni di motivi o di stile del periodo maturo dello scultore, ricettivi della produzione plastica napoletana. Inoltre, pur non essendo un “caposcuola”, Buccini si rivolge ai modelli classicisti del Canova, all’accademismo del Thorvaldsen e, soprattutto, alla rigorosa lezione del suo maestro Antonio Calì, che gli trasferì la sua educazione estetica.

Il nucleo delle opere più tarde rappresentano forse la migliore testimonianza della produzione bucciniana, caratterizzata da un instancabile interesse per i monumenti celebrativi (statua a Gian Battista Vico nella Villa comunale di Napoli, gruppo della Sirena Partenope in Piazza Sannazaro, monumento a Luigi Vanvitelli in Caserta e gruppo marmoreo alla "Carità" in Marcianise). Nel campo della ritrattistica emerge una collezione straordinariamente densa di busti, a cui appartengono personaggi modellati con un rinnovato classicismo che accoglie le derive veriste di Stanislao Lista e Achille D'Orsi, e che conferma il suo profilo di scultore colto e penetrante.

Filtrato attraverso i risultati critici moderni, il racconto biografico di Salvatore Costanzo sull'insigne Maestro marcianisano è da considerare una particolare attestazione di merito verso un artefice che nell'Ottocento ha donato a Napoli e al Meridione d'Italia la sua ricca mole di documenti, prodotti in un momento importante della vita socio-culturale partenopea, attraverso il lungo snodarsi degli eventi considerati.