
Con l'approvazione, in sede di conversione del Decreto Semplificazioni, di un emendamento che estende il regime semplificato per l'installazione dei dehors fino al 30 giugno 2027, il Governo ha inviato un segnale forte al settore della ristorazione e dell'ospitalità italiana.
La decisione, che garantisce quasi un anno e mezzo in più rispetto alla precedente scadenza (fissata a fine 2025), è stata accolta con vivo entusiasmo dalla Lega, che rivendica la misura come una propria vittoria politica e un passo fondamentale per sostenere l'economia reale del Paese. La normativa in questione, introdotta in via emergenziale durante la pandemia di Covid-19 per permettere agli esercizi pubblici di massimizzare lo spazio all'aperto e rispettare il distanziamento sociale, consente l'installazione temporanea di strutture leggere con procedure burocratiche snellite e senza l'obbligo di permessi paesaggistici complessi. I vertici della Lega hanno immediatamente plaudito all'iniziativa, definendo la proroga un "ossigeno vitale" per migliaia di piccole e medie imprese italiane. Esponenti del partito hanno sottolineato come questa misura offra agli imprenditori la necessaria continuità e la possibilità di pianificare investimenti a medio termine, elementi cruciali per un settore che sta ancora recuperando dalle perdite subite durante gli anni della crisi sanitaria. "Garantire altri due anni e mezzo di continuità significa dare respiro a bar, ristoranti e alberghi, che potranno programmare gli spazi e l'attività senza l'incubo di scadenze imminenti e farraginose procedure burocratiche", ha commentato l’ex consigliere regionale Gennaro Cinque. La decisione si inserisce in un dibattito politico che vede contrapposte diverse sensibilità: da un lato, le associazioni di categoria (come Confcommercio e Confesercenti) che spingono per la stabilità e per l'estensione delle misure; dall'altro, le istanze legate alla tutela del decoro urbano e del patrimonio storico-artistico, che in alcuni casi hanno sollevato critiche verso installazioni ritenute impattanti. La proroga al 2027 rappresenta una soluzione di compromesso, che rimanda a un futuro prossimo il riordino definitivo della materia, offrendo al contempo un lasso di tempo sufficiente per elaborare normative stabili e condivise a livello locale.

