C'ERA UNA VOLTA - MANUALE DI SOPRAVVIVENZA PER IMMAGINI - Teatro di Napoli

Che cosa muore per prima, quando qualcuno muore? Da questa domanda nasce C’era una volta. Manuale di sopravvivenza per immagini, testo scritto e diretto da Noemi Francesca, anche interprete con Michelangelo Dalisi, in scena sabato 6 dicembre 2025 alle ore 19.00 al Teatro Nuovo di Napoli.

Presentato da Teatro di Napoli - Teatro Nazionale, l’allestimento, vincitore del Premio Nuove Sensibilità 2024, è frutto della collaborazione tra il Premio Leo de Berardinis, promosso dal Teatro di Napoli, e Nuove Sensibilità 2.0 del Teatro Pubblico Campano diretto da Alfredo Balsamo, che trova qui una delle sue espressioni più compiute: uno spettacolo che affronta un tema universale con un linguaggio poetico, cinematografico e profondamente teatrale.

C’era una volta. Manuale di sopravvivenza per immagini è una meditazione teatrale che trasforma il momento del commiato in un territorio sospeso, un tempo dilatato dove memoria, immaginazione e percezione si sovrappongono senza più confini.

Sceglie una prospettiva insolita e profondamente umana come la soggettiva di un uomo nella fase terminale della sua esistenza. È attraverso il suo sguardo – un ultimo sguardo, fragile e lucidissimo – che parenti, amici e figure amate entrano in scena non come semplici presenze, ma come apparizioni fiabesche, archetipi emotivi capaci di restituire senso all’intero percorso di una vita.

Lo spettacolo procede come fosse un “film”, intrecciando il linguaggio privato dei filmati di famiglia con il mondo simbolico delle fiabe, con un accostamento mai decorativo. Nella prima infanzia la fiaba è il primo strumento per interpretare ciò che non si comprende, in prossimità della morte sembra riproporsi lo stesso bisogno di senso.

Così, nel momento del commiato, parenti e amici assumono agli occhi del protagonista una qualità fantastica, in cui i loro tratti reali si trasformano in figure originarie, come se ogni persona portasse con sé l’essenza del cammino condiviso.

Il risultato è un quadro in cui passato e presente si confondono, generando un’immagine circolare che unisce l’essere ancora al non essere più.

Un’opera che attraversa il tema della fine con uno sguardo poetico, non per rappresentarla, ma per comprendere ciò che di umano si muove attorno agli ultimi istanti.
Un viaggio che diventa fiaba proprio quando tutto sembra dissolversi, e che, in questo modo, continua a parlare di vita.