Commento al Vangelo della 30ma Domenica del Tempo Ordinario (Mt 22,34-40),  a cura di Giulio Michelini – La parte buona

XXX DOMENICA TEMPO ORDINARIO

Mt 22, 34-40 In quel tempo, i farisei, udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?»

Gli rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta le legge dei profeti».

Commento di don Gigi Pini (1950-2023) 

Altro giro... altro tranello! I farisei non mollano la presa, e ancora una volta organizzano il "trappolone" per il "Maestro!". Ancora bruciava la risposta data ai sadducei: «Date a Cesare... date a Dio...». Ci provano allora con i "comandamenti". Quale sarà mai il "primo", il più importante, quello che dà senso a tutti gli altri? La domanda è una di quelle toste, perché sono convinti che, comunque risponda... dopo, lo si potrà attaccare! Ancora una volta invece la "trappola" non scatta perché la risposta mette insieme Dio e l'uomo, esattamente com’è il progetto dell'Alleanza, e, in altre parole, il Dio che si fa uomo per salvare, attraverso l'uomo, tutta la Creazione, per recuperare il Progetto dell'Inizio.

Il "Maestro" chiarisce, a loro e a noi, che c'è sì un ordine d’importanza, ma Dio non vuole fare a meno dell'uomo e l'uomo non può fare a meno di Dio. Il "Maestro" smonta la religione fatta di un'astratta ideologia e la riporta alla scelta di un Dio Padre da amare, alla scelta di una Persona che entra nella storia e ne diventa Unico e Vero Protagonista. Il "Maestro" smonta la religione fatta di riti e di formalità e la fa invece andare ben dentro all'uomo con il comandamento dell'amore, del prendersi cura degli altri e di sé stessi. Il "Maestro" ci consegna una "religione" che prende forza da un Dio che ci rimanda subito nella vita, una vita fatta di relazioni ma, con al centro Lui e la Sua Parola, che diventa "filtro" per capire ed interpretare la stessa vita.

Nella risposta del "Maestro" c'è tutta la chiarezza di cosa vuol dire "credere"... e la risposta è: credere vuol dire Amare Dio, gli altri, se stessi. È una risposta che spiazza i farisei e che, forse, spiazza anche noi.