La recente visita del Presidente De Luca in piazza Monsignor Bolognini ha suscitato più interrogativi che risposte. Una presenza improvvisa, accompagnata da telecamere e da un intervento punitivo come la rimozione delle panchine, non può essere scambiata per un’azione di governo. È l’ennesima dimostrazione di un approccio che privilegia l’immagine alla sostanza, la narrazione all’ascolto, la visibilità alla risoluzione dei problemi.
Piazza Bolognini è da tempo al centro delle segnalazioni dei residenti, che chiedono interventi per il decoro, la sicurezza, la vivibilità del quartiere. Invece di rispondere con una strategia chiara e condivisa, si è scelto un gesto simbolico che finisce per penalizzare tutti: anziani, famiglie, bambini e persone che in quella piazza cercavano un luogo di incontro e di socialità.
Come ha sottolineato il capogruppo Donato Pessolano, non si può amministrare una città in funzione delle telecamere. Serve programmazione, non improvvisazione. Se per mesi non si è fatto nulla e poi si interviene solo quando arriva il Presidente, allora il problema è anche politico e amministrativo: dov’erano gli uffici competenti, dov’era il Comune?
Anche il consigliere Corrado Naddeo ha evidenziato come sia sbagliato trasformare un problema complesso in una questione d’ordine pubblico. Togliere le panchine non è una soluzione: è una scorciatoia che non affronta le cause reali del disagio. Serve invece una politica urbana che restituisca dignità agli spazi pubblici, coinvolga la cittadinanza e valorizzi la funzione sociale dei luoghi comuni.
Piazza Bolognini è oggi il simbolo di una città che ha bisogno di attenzione costante, non di apparizioni estemporanee. Salerno merita molto di più: una guida presente, trasparente, capace di lavorare con serietà, giorno dopo giorno, anche senza riflettori.
Il gruppo consiliare Oltre e Azione continuerà a svolgere il proprio ruolo di opposizione con responsabilità e fermezza, denunciando ogni forma di gestione propagandistica e contribuendo con proposte concrete per costruire una città più giusta, più viva, più umana.