Ancora un evento da non perdere della rassegna “Incontri” 2025 organizzata dall’Associazione Campania Danza, firmata alla direzione artistica da Antonella Iannone. Domenica 22 giugno, nella suggestiva cornice dell’Eremo dello Spirito Santo, a Pellezzano (Salerno), ci sarà un doppio appuntamento. Alle ore 10.30 percorso artistico a cura di Campania Danza e DanzAmì.
Alle ore 11.00, invece, coreografia dedicata a Giacomo Puccini nel centenario della morte. Sarà la Compagnia Movimento Danza a rendere omaggio al grande compositore con “Puccini’s Stories – Choreographic Keywords”, Concept e Coreografia Gabriella Stazio. Con Sonia Di Gennaro, Valeria D’Antonio e Francesca Gifuni; Speaker Gabriella Stazio; Musiche di Giacomo Puccini tratte dalle opere La Bohème, Madame Butterfly, Tosca, Turandot ed altri
Musiche originali e sound design, Francesco Giangrande; Luci e fonica Alessandro Messina.
La Rassegna di danza “Incontri” è organizzata dall’Associazione Campania Danza con il sostegno del Ministero della Cultura, Regione Campania, Comune di Pellezzano e Bimed.
La coreografa Gabriella Stazio nel centenario della morte di “Giacomo Puccini” mette in scena Puccini’s Stories – Choreographic Keywords, una coreografia contemporanea in cui le figure femminili delle opere pucciniane trovano uno spazio fatto di citazioni, frammenti, ambientazioni all’interno di una struttura coreografica casuale ed interattiva con gli spettatori.
È una struttura coreografica che si basa su “parole chiave” che rimandano ad emozioni, sentimenti, movimenti, spazi e qualità che cambiano di volta in volta e che sono state selezionate da un lavoro di gruppo tra la coreografa e le interpreti e che hanno come fulcro le tematiche pucciniane. Le “Keywords” di Puccini’s Stories sono contenute in alcuni scatoli presenti in scena e vengono estratte a caso dallo speaker, in questa occasione la stessa Gabriella Stazio, dai danzatori e dagli Spettatori durante lo spettacolo, ed è proprio grazie a queste parole chiave che la coreografia si compone sotto gli occhi di tutti. I danzatori, quindi, elaborano la parola chiave sul momento, traducendola in dinamiche, movimenti, ambienti sonori e “siparietti” già esplorati durante le prove. Sebbene le prove abbiano definito alcuni parametri come qualità, spazio, ritmo e movimento, il caso resta un elemento cruciale nel determinare lo sviluppo della coreografia. Quest’ultima si definisce al momento ed è affidata al caso, poiché nessuno può sapere quale sarà la successione delle parole chiave e l’andamento della performance, neanche i performers e la coreografa. La performance che prende forma sotto gli occhi del pubblico non è predefinita da nessuno, se non attraverso il metodo sviluppato dalla Stazio. Il metodo del caso, introdotto da John Cage e Merce Cunningham, connota l’intera performance, stimolando la creatività dei performers attraverso il “problem solving” e l’immaginazione dello spettatore, che solo il suono di una sirena può fermare. La probabilità che una stessa sequenza di parole chiave si ripeta in un altro spettacolo è estremamente bassa, quasi inesistente dal punto di vista matematico. Di conseguenza, ogni rappresentazione è un evento irripetibile, una prima assoluta che sorprende interpreti, pubblico e coreografa.