Salgono a 275 in Italia i casi confermati di infezione da West Nile virus nell’uomo (173 nel precedente bollettino), con 19 decessi. Lo afferma il quinto bollettino della sorveglianza dell’Istituto superiore di sanità, pubblicato oggi.

Tra i casi confermati 126 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva (sei Piemonte, sette Lombardia, cinque Veneto, uno Friuli-Venezia Giulia, quattro Emilia-Romagna, 47 Lazio, 50 Campania, uno Basilicata, tre Calabria, due Sardegna), 20 casi asintomatici identificati in donatori di sangue, 125 casi di febbre, due casi asintomatici e due casi sintomatici. Sono stati notificati 19 decessi (uno Piemonte, uno Lombardia, otto Lazio, otto Campania, uno Calabria). Salgono a 52 le Province con dimostrata circolazione del West Nile virus (erano 42 nell'ultimo bollettino). Appartenenti a 15 Regioni (contro 12): Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Emilia-Romagna, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. La letalità, calcolata sulle forme neuro-invasive finora segnalate e confermate, è pari al 15,1 per cento (nel 2018 era 20 per cento, nel 2024 era 14 per cento). "La diffusione dei casi, che finora ha maggiormente riguardato il Lazio e la Campania, si sta espandendo nelle aree endemiche delle Regioni del nord Italia in cui ogni anno registriamo casi nell'uomo”, spiegano gli esperti Iss del dipartimento di Malattie infettive. “Qualche caso sporadico lo stiamo registrando anche nelle Regioni del sud. Normalmente il picco dei casi di West Nile nell'uomo si raggiunge nel mese di agosto, come evidenziato dai dati degli anni precedenti anche se è difficile prevedere esattamente l’andamento del numero dei contagi che può dipendere da numerosi fattori anche di tipo ambientale e climatico”, concludono gli esperti.