Giovedì 7 settembre alle ore 18.00, inaugura a Lisbona presso il Museo Nazionale di Arte Antica l’esposizione fotografica di Mimmo Jodice “Jodice Canova”, un’iniziativa dell’Istituto Italiano di Cultura di Lisbona e del Museo portoghese, promossa dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

L’arte incontra l’arte in una mostra fotografica che immortala e reinterpreta la scultura neoclassica. Due epoche e due grandi artisti che insieme cristallizzano la capacità dell'arte di essere eternamente emotiva. 

L’esposizione “Jodice Canova” mette in dialogo due artisti italiani di epoche diverse: uno dei più grandi scultori del Neoclassicismo europeo e uno dei maggiori interpreti della fotografia contemporanea italiana e internazionale; un connubio che unisce ideale e reale, corpo e anima, materia e immagine.

Con 51 immagini in bianco e nero, realizzate agli inizi degli anni Novanta, Mimmo Jodice (n. 1934) ripercorre le tappe principali della produzione dello scultore Antonio Canova (1757-1822), in un dialogo tra linguaggi artistici di grande impatto visivo.

Mimmo Jodice interpreta 17 sculture di Canova con 51 scatti, di cui quattro o cinque dedicati a ciascuna opera d’arte. Seleziona scorci, punti di vista, mantenendo una scala 1:1 tra il dettaglio scultoreo messo a fuoco e la dimensione della stampa fotografica. Cerca una connessione viscerale con Canova, con la sua visione, il suo processo creativo e nell’accostarsi alle sculture fa rivivere il corpo naturale, esalta la morbidezza della carne, riportandola in vita.

Canova nelle sue opere cerca di raggiungere l’idea assoluta di “Bello”, concepito secondo i principi neoclassici della forma pura, priva di ogni tipo di passione, tormento ed eccesso. Jodice attraverso i suoi quadri non solo riesce a riproporre questa tensione estatica, la bellezza e la leggerezza dei personaggi, ma enfatizza questi elementi concentrandosi su alcuni tratti e zoomando sui volti, dando nuova vita alle opere d’arte e rendendole molto contemporanee. Nella scelta dei dettagli Jodice non cerca la bellezza quanto l’intensità.

 

Mimmo Jodice vive a Napoli dove è nato nel 1934.

Fotografo di avanguardia sin dagli anni Sessanta, attento alle sperimentazioni ed alle possibilità espressive del linguaggio fotografico, è stato protagonista instancabile nel dibattito culturale che ha portato alla crescita ed all'affermazione della fotografia italiana anche in campo internazionale.

Agli inizi degli anni Sessanta inizia una serie di sperimentazioni sui materiali e sui codici della fotografia, usando il mezzo non come strumento descrittivo, ma creativo. Negli anni Settanta vive a stretto contatto con i più importanti artisti delle neoavanguardie che frequentavano Napoli in quegli anni, dedicandosi sempre più alla fotografia di ricerca concettuale.

Nel 1980 pubblica “Vedute di Napoli” dove Jodice avvia una nuova indagine sulla realtà, lavorando alla definizione di un nuovo spazio urbano e del paesaggio, scegliendo una visione non documentaria ma sottilmente visionaria, di lontana ascendenza metafisica, alla quale resterà sempre fedele; questa ricerca segna una definitiva svolta nel suo linguaggio.

La ricerca sul “vedutismo” moderno rimane uno dei temi cari all’artista insieme al lavoro sul mito del Mediterraneo.

La ricerca sull’archeologia iniziata nel 1986 e che ancora continua ebbe come risultato un libro “Mediterraneo”, pubblicato da Aperture, New York, ed una mostra al Philadelphia Museum of Art nel 1995.

Nel 2009 Il Palazzo delle Esposizioni di Roma gli dedica una grande retrospettiva e nel 2011 viene invitato dal Museo del Louvre per una personale con un nuovo lavoro: “Les Yeux du Louvre “. Sempre in quell’anno il Ministero della Cultura francese gli conferisce l’onorificenza di “Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres”.

Nel 2016 il Museo Madre di Napoli, con la curatela di Andrea Viliani, gli dedica una grande mostra antologica “Attesa 1960-2016”. Nel 2018 viene pubblicato il catalogo, anch’esso curato da Andrea Viliani.

Dal 2018 al 2023 i suoi lavori vengono esposti al Multimedia Art Museum di Mosca, al Museo Eretz di Tel Aviv, allo Jeu de Paume di Parigi, alla Triennale di Milano, alla Galerie Karsten Greve di Parigi e St. Moritz e attualmente sono in corso due mostre in Italia. La prima alle Gallerie d’Italia di Torino con la mostra antologica dal titolo “Senza tempo” ed una mostra al MAC di Gibellina sul lavoro fatto in questi luoghi negli anni Ottanta e sul suo incontro con Beuys. Quest’anno è stata pubblicata la sua biografia dal titolo “Saldamente sulle nuvole”.