di Clementina Leone
Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni diceva la grande Eleonor Roosvelt e il giovane maestro di musica Barbato Gallucci di Napoli, ci ha sempre creduto così tanto che, pur continuando a vivere sempre con i piedi per terra, non ha mai smesso di sperare di poter vivere grazie alla sua grande passione: la musica.
Questo forse perché di tutte le arti, la stessa è sempre stata quella più capace ad evocare emozioni come: gioia, commozione, serenità, eccitamento e malinconia. Difatti, l’associazione di melodia e poesia in una bella canzone può farci piangere come bambini. Nessun’altra arte, pittura, scultura, poesia o letteratura, per quanto apprezzata e seguita, s’avvicina neanche lontanamente alle capacità emotive della musica. Perché? Cos’ha di speciale? A quali parti di noi parla così forte? E come fa? Certi brani musicali suscitano emozione in quanto legati a momenti significativi della nostra vita. Questo caso è semplice da spiegare: la musica rievoca i ricordi e questi, a loro volta evocano le emozioni. La musica “parla” a tutti in quanto esseri umani, indifferentemente dal sesso, esperienza, conoscenze, scolarità, censo, educazione musicale, gusti, tendenze, ecc. Il maestro Barbato Gallucci, intelligente, curioso ed intraprendente, riconosce il suo vero io nella musica perché attraverso la stessa, senza barriere e maschere riesce non solo a far parlare la sua anima ma anche a trasmettere emozioni capaci di far vibrare le corde del cuore di chi lo ascolta suonare il Sassofono o assiste alle sue lezioni. Grazie a docenti come il maestro Gallucci, possiamo tranquillamente ancora affermare che la musica di qualità, quella senza ritocchi dati dalla nuova strumentalizzazione digitale, non appartiene solo alle vecchie generazioni, ma esiste ancora e va solo sostenuta per darle nuovamente il valore aggiunto che merita.