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Il rapporto tra Pasolini e Pascoli

di Lucio Garofalo

Vorrei provare a riflettere sulla recente campagna di mistificazione politica e ideologica del pensiero di Pasolini, condotta con finalità strumentali dagli organi dell'informazione di regime e da esponenti (prezzolati) della stampa nazionale in occasione dei 50 anni dalla tragica scomparsa del poeta e regista friulano.

Alludo a quanti hanno tentato di strumentalizzare e di manipolare in modo a dir poco indegno e sleale la posizione che Pasolini espresse il 16 giugno del 1968, quando pubblicò i famosi versi dal titolo "Il PCI ai giovani", dedicati agli scontri di Valle Giulia a Roma. In quella circostanza Pasolini si schierò e solidarizzò con i poliziotti, di estrazione proletaria, e si pronunciò in termini apertamente critici verso la "massa informe" degli studenti, essendo i figli di quella borghesia che Pasolini disprezzava in maniera persino viscerale. Detto ciò, aggiungo e chiarisco che Pasolini non ha mai disdegnato, né esecrato, i movimenti della sinistra extraparlamentare, quali Lotta Continua, con cui collaborò attivamente in esperienze significative di controinformazione. Si pensi solamente alla controinchiesta politica condotta dal collettivo di Lotta Continua guidato da Giovanni Bonfanti e Goffredo Fofi, che portò alla realizzazione di un docu-film dal titolo "12 dicembre", uscito nel 1972 e dedicato alla strage di Piazza Fontana del 1969. È un’opera che coinvolse direttamente Pasolini, che contribuì anche alla sceneggiatura del documentario. E non solo questo, poiché nel marzo del 1971 Pasolini accettò di assumere la direzione responsabile della testata editoriale di Lotta Continua, in modo da permettere l'uscita di quel numero del giornale (n. 5, anno III)... E non so se ho reso bene l'idea di una decisione alquanto rischiosa presa da parte dell'intellettuale e del regista più osteggiato e perseguitato nella storia del nostro Paese.

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