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Barabba 1

"Barabba & Burattini" è l'album di esordio del gruppo partenopeo "Barabba". Tutto il 2017 è stato segnato da una forte linea compositiva, a partire dal brano Bin Laden, composta in piena estate, che ha dato lo slancio artistico per il prodotto in pronta uscita.

Una preparazione che ha condotto la band sino a gennaio di quest’anno, quando hanno varcato l'uscio d'ingresso nelle sale del Tuscià Recording Studio, pronti a comporre le dieci tracce che riempiranno l'album. Una genesi quasi lineare di tutti i brani, fatta eccezione per “Non mi piace il caffè”, che grazie al supporto di due trombettisti e un sax è riuscito a vedere la luce nella veste attuale, e ciò ha permesso di chiudere il progetto discografico a fine febbraio. Due mesi di registrazioni sono bastate ad una band con le idee chiare sin da subito. Gli arrangiamenti sono stati curati da Riccardo De Filippis, voce e semi batteria, Antonio Barberio, contrabbasso e Salvatore Traversa alla chitarra.  La presentazione avverrà nella splendida cornice di Palazzo Venezia, all'A'mbasciata, associazione culturale – venerdì 12 ottobre alle ore 17,30 - dove seguirà il live di presentazione dei brani del disco che poi potrà essere acquistato sul posto.

I BARABBA RACCONTANO L'ALBUM TRACCIA PER TRACCIA:

Baracche e burattini: E’ nato tutto da un esclamazione di un amico il quale descriveva con forte rammarico una storia d’amore finita male. E’ la prima traccia del CD in quanto propone in maniera piuttosto fedele le sonorità che hanno caratterizzato il nostro percorso formativo nell’underground napoletano.

Big Root: Questo brano descrive una visione in cui il narrante si immedesima in quella che può essere un’esperienza extrasensioriale e si sente pervaso da energie naturali che lo spingono a vivere proprio come un organismo del mondo vegetale.

Ti penso ma non ti cerco: Il testo recita una poesia di Charles Bukowsky la quale per noi barabba è stata davvero molto significativa nel suo senso stretto. In amore succede spesso di pensare ad una persona in maniera quasi ossessiva senza però provare a riprendersela, idealizzando il tutto.

Fammi un kebab: Da anni desideravamo dare una musica a questa sorta di filastrocca la quale racchiude tante piccole verità (ovviamente tutte fuori contesto). L’idea è nata per le strade del centro storico di Napoli quando una sera un paninaro ci rivolse in maniera quasi recitata la frase “panino o piadina?“

Spara spara: Altra storia d’amore finita male ma questa volta la diretta ex interessata,che abitava a Roma, fa passare un brutto quarto d’ora al nostro povero chitarrista il quale, ormai desolato e rassegnato, prende al volo il regionale Roma Termini –Napoli Centrale.

Bin Laden: Storia d’amore non convenzionale raccontata in maniera ironica. Le immagini visive sono risultate molto importanti in quanto nel videoclip ufficiale vengono ritratte le burkine, tre bellissime donne in burqua e minigonna.

La bella speranza: Forse il brano al quale il nostro cantante è legato. Si perde un attimo di vista il concept da sempre portato avanti e ci si serve del blues per descrivere un amore agonizzante che non si è ancora spento ma il tempo è quasi terminato .

Non badate al clown: I barabba nascono come gruppo di strada e tra i tanti incontri, era possibile incontrare il nostro amico clown il quale da solo e vestito in maniera improponibile ci dava sistematicamente una lezione guadagnando il quadruplo di cio’ che incassavamo con il cappello.

Call me Jesus: Questo brano è la descrizione di un'insofferenza. Scritto in dialetto napoletano e di stampo rockabilly classico descrive le angherie che a volte si devono subire in un convivenza d’amore

Non mi piace il caffè: Per noi un simbolo di evoluzione sonora dato che era nato come brano country tra le montagne della Sardegna e trattava argomenti piuttosto differenti. Di stampo ragtime è un brano semi strumentale atto a dare un tocco di diversità al colore del cd.

BIOGRAFIA DEI BARABBA:
'E Pilato con le mani pulite dice a voi: ''Chi volete che vi rilasci, Gesù o i Barabba?! '' 
Ecco i tre ladroni, le cui sonorità spaziano da un Rockabilly scanzonato e gaudente a un Country dalle linee agresti, attraverso un Blues più sommerso e melanconico.
La voce fasciante gioca con la furbizia del Satiro, e a tratti del Mefistofele, che draga gli abissi.
La batteria è minimale, dai ritmi semplici, martellanti e sempre efficaci, accompagnata da un contrabbasso sculacciato a furia di Slap, e armonizzata da una chitarra dalla linea essenziale, ritmica ed istintiva.
Nei testi invece, l'Italiano, l'Inglese e il Napoletano si alternano e si fondono all'insegna del 'Politically Incorrect'.

 

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