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Letta non chiude la porta al Pd: “Ho bisogno di 48 ore per riflettere” - La  Stampa
«Un'analisi realistica e disincantata delle nuove leadership del PD e del M5s, Enrico Letta e Giuseppe Conte, e del destino della loro ipotizzata alleanza politico-elettorale, tattica o strategica, a livello nazionale, nelle Regioni e negli Enti Locali, a partire da Roma e da Napoli, potrà essere fatta soltanto a bocce ferme, quando ai fuochi d'artificio degli insediamenti seguirà l'azione politica concreta.
Appare, tuttavia, fin da ora,  evidente che la ricerca di visibilità e la riaffermazione delle rispettive identitá, attraverso il rilancio di proposte giá divisive in passato, come nel caso dello ius soli, annunziato da Letta,  si rifletteranno in maniera dirompente sulla compattezza, la stabilità e l'operatività del governo Draghi».  Lo dichiara il segretario generale di Unimpresa, Raffaele Lauro. «Ulteriori provocazioni verso le altre componenti della maggioranza, come la Lega e Forza Italia, risultano  del tutto intempestive ed  improvvide, specie in questa fase delicata,  mentre procede ancora a rilento la campagna vaccinale generale e non sembrano sufficienti le misure  economiche previste a sostegno delle famiglie e delle piccole e medie imprese. A meno di un solo  mese dalla nascita del nuovo governo, il 'cupio dissolvi' della classe politica italiana non scema, ma accelera la corsa verso il baratro» aggiunge il segretario generale di Unimpresa.

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