«Con la cosiddetta manovra, calata nel bilancio di previsione 2021, che il Senato dovrà approvare, entro domani, in fretta e furia, e a scatola chiusa, pena l'esercizio provvisorio, il governo Conte conferma e, per certi versi, aggrava, tutti i limiti rilevati nei precedenti provvedimenti economici, i famosi decreti fantasiosamente intitolati, varati nel corso dell'anno per tentare di contenere la crisi economica, scaturita da quella epidemica.
A leggere i 20 articoli del provvedimento, di cui il primo con più di 1100 commi, approvato dalla Camera, si viene colti da smarrimento, incredulitá e delusione. Unimpresa sperava che gli errori del passato potessero essere evitati, in un provvedimento strategico di programmazione e di pianificazione, invece vengono ripetuti con una caparbietà e un'arroganza, che ha dell'inverosimile. Non si tratta di una manovra, ma di una sommatoria di misure corporative, sollecitate da interessi di parte e su pressioni settoriali, senza una filosofia unitaria dello sviluppo che possa garantire coerenza e organicità agli interventi. Si tratta di mero elenco della spesa, un'ulteriore elargizione di mance, bonus, ristori e ristorini, scaricati sul debito pubblico, arrivato ormai al 158 % del PIL».Lo dichiara il segretario generale di Unimpresa, Raffaele Lauro. «In poche parole, un'accozzaglia messa insieme alla rinfusa da qualche burocrate in stato confusionale, incomprensibile anche per i controllori degli uffici di bilancio e, cosa ben più grave, scritta in un pessimo giuridichese, da neofiti. Un bilancio di previsione, sostanzialmente clientelare quindi, specchio, veritiero e inoppugnabile, di un governo incapace, con un ministro dell'Economia e delle Finanze del tutto inadeguato, lacerato da conflitti interni, nonché sostenuto da una maggioranza spaccata, disomogenea e amorfa. Stupisce che anche le opposizioni si siano lasciate irretire dal perverso gioco delle mance elettorali, peraltro del tutto insignificanti. Se prevarrà la stessa logica frammentaria nella definizione conclusiva del piano nazionale, legato al Recovery Fund, verrà pregiudicata non soltanto la ripresa, ma salterà definitivamente l'equilibrio già precario della finanza pubblica, con tutte le conseguenze del caso. Un triste presagio 2021 per le famiglie e per le imprese, specie quelle piccole e medie, finanziariamente più fragili» aggiunge Lauro.