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MIRCO OLIVASTRI TORNA con “INCENSO E ROSA” - StandOut Magazine

Ci sono brani che giungono al cuore immediati e diretti, sorretti dall’intensità del sentimento che esprimono, di quell’emozione pura ed autentica che, attraversandoli, trova un’inaspettata percezione, una luce inedita, consentendo a chi li ascolta – ma anche a chi li scrive e interpreta – di immergervisi completamente, rispecchiandosi e traendone una rinnovata consapevolezza.

Ed è in questa dimensione, profondamente intima ed introspettiva, che si inserisce “Incenso e rosa”, il nuovo singolo del talentuoso cantautore capitolino Mirco Olivastri, prodotto e arrangiato da Emiliano Imondi. Raccontare la perdita per poterla osservare da un’altra prospettiva, da un’angolazione differente che si incastri nel quadro dell’anima come un’entità brillante e vivida, privata dalle ombre di quella sofferenza, naturale e fortemente umana, per essere sostituita da una concezione più elevata, in cui la morte non coincide con l’assenza, bensì con una presenza costante, diversa e speciale, che si dissocia dal fisico e tangibile per abbracciare e congiungersi con l’universo interiore che caratterizza ognuno di noi, accompagnandoci in ogni singolo aspetto della nostra esistenza terrena, come un bagliore da seguire nei momenti di smarrimento, una guida a cui affidarci, una mano pronta a tendersi nel bisogno, ad accarezzarci nello sconforto, a rialzarci nelle cadute, guidandoci nel cammino della realizzazione e stringendoci nella gioia, nell’entusiasmo e nella scoperta di noi stessi - «so che ci sei fra i miei sogni ed i miei guai» -. Articolato sull’essenzialità di un sound nostalgico, malinconico e dal forte impatto emozionale, “Incenso e rosa” si presenta come una lettera, un dialogo a cuore aperto da madre a figlio e viceversa, in cui ciascuna delle due parti si racconta e parla all’altra con la voce dell’Amore, in un susseguirsi di toccanti dichiarazioni «tu sei stato un fiore eterno» -, consigli - «non startene in disparte, ma splendi un po’ di più» - e moniti «non importano le nuvole fra noi, non importa proprio niente, lo sai», in cui risuona un eco di vita pura, forte a tal punto da spezzare le catene della perdita, della morte, della separazione fisica, portando chi rimane ad allentare le tenaglie laceranti dell’assenza per far spazio al sentimento, a «quell’amore madornale che ora sa di incenso e rosa che ti dedico ogni giorno ad ogni mio risveglio» che ci consente di tornare a vivere con più enfasi, per trasmettere al mondo i messaggi che chi se n’è andato ci ha lasciato, - «incenso e rosa che regalo come sempre a chi ha un po’ più bisogno di capire quanto è immenso un attimo del tempo» - come una missione che nel suo compimento ci fa sentire meno distanti, meno soli e meno incompresi.

 

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