TUTTI PAZZI PER IL COMMISSARIO RICCIARDI
Nato dalla penna di Maurizio De Giovanni, diretto da Alessandro D'Alatri e interpretato in maniera magistrale da Lino Guanciale, il primo marzo, dopo il grande successo di pubblico e di critica ottenuto, il Commissario Ricciardi saluterà tutti con un ultimo entusiasmante episodio.
Guanciale, come il resto del cast, anche questa volta è riuscito a lasciare dei segni indelebili a livello interpretativo nei cuori dei telespettatori, che con grande interesse hanno seguito questa fiction proposta da Rai1. Come un vero principe, il protagonista principale di questa meravigliosa serie, ha corteggiato la sua amata in maniera fine e delicata, stupenda la scena dove le scrive una lettera per chiederle il permesso addirittura per poter continuare a salutarla. Siamo nell’ Italia degli anni trenta, dove dal punto di vista emozionale, forse più di oggi, riuscivano a dare un valore diverso ai sentimenti, e spesso come nel caso di Ricciardi, per colpa della sua timidezza e del suo particolare dono anche a nasconderli nell’ombra. Difatti, il nostro Commissario, non solo subito dopo l’omicidio, riesce a vedere i morti, ma anche a sentire le loro ultime parole. Questo gli permette di incamerare tutte le emozioni che gli stessi hanno provato nel momento in cui sono stati ammazzati. Sentimenti sicuramente fortissimi, che non solo come un uragano, lo travolgono, ma gli lasciano anche una croce, che consapevolmente lui decide di portare da solo. Forse è per questo, che in una Napoli fascista degli anni 30, personaggi come il suo facevano paura un po’ a tutti, partendo dai superstiziosi, che non capendo e conoscendo la reale natura del suo dono, avrebbero sicuramente pensato che lo stesso parlasse con il diavolo. Non era simpatico ai colleghi in quanto colto, umile, preparato, per nulla ambizioso o invidioso e soprattutto amante del lavoro e non dei così detti svaghi. Barone, con tante terre e masserie a sua disposizione nel Cilento, amministrate dalla sua adorata Tata Rosa, compresi i soldi, sono tutte cose che a lui non interessavano, il suo vero scopo ed obbiettivo nella vita, era la risoluzione dei casi, perché continuavano ad essere l’unico modo per provare a cambiare gli avvenimenti e rendere giustizia a tutti, senza nessuna distinzione inerente alla classe sociale di appartenenza. Contestualizzando il protagonista della fiction oggetto di questo articolo, possiamo tranquillamente definirlo un piccolo grande eroe dei suoi tempi. Concludendo, tornando a qualche piccola anticipazione dell’ultimo episodio che andrà in onda il primo marzo, gli avvenimenti narrati, saranno quelli riguardanti il mese di luglio, a pochi giorni dalla Festa della Madonna del Carmine, attesa da tutta la città, tranne da Ricciardi e Maione, i quali come sempre, saranno impegnati a risolvere nuovi casi come quello del primario al Pellegrini precipitato da 20 metri, dalla finestra del suo studio.