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In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, l’Università del Sannio ha riunito comunità accademica e cittadinanza per un momento di confronto nell’Aula Magna di Via delle Puglie.

La partecipazione numerosa ha confermato la sensibilità del territorio e la volontà di mantenere alta l’attenzione sul tema. UNISANNIO ribadisce il proprio impegno nel promuovere una cultura del rispetto e della parità, affinché nessuna donna debba più vivere nella paura o nel silenzio. La rettrice Maria Moreno ha aperto l’incontro sottolineando come questa giornata rappresenti non solo un momento di commemorazione, ma un’occasione per riaffermare una responsabilità collettiva: «La violenza contro le donne non è un fatto privato né un destino inevitabile, ma una ferita che riguarda tutti noi — come comunità, come istituzione, come persone». Moreno ha richiamato i dati del Rapporto ISTAT 2025, ricordando che circa 6,4 milioni di donne in Italia hanno subito una violenza fisica o sessuale nel corso della loro vita e che solo il 13,3% denuncia. Ha inoltre evidenziato come i modelli culturali restino un fattore decisivo: non esiste un “gene della violenza maschile”, ma contesti educativi e sociali che possono favorire o contrastare comportamenti violenti. «Il nostro compito», ha concluso, «è costruire luoghi di rispetto, ascolto e libertà. La conoscenza resta lo strumento più forte contro ogni forma di violenza». La Prefetta di Benevento, Raffaela Moscarella, ha offerto un quadro concreto della situazione territoriale: 130 casi denunciati nell’ultimo anno, con una media costante di 12 casi al mese e 3–4 episodi segnalati ogni settimana. Ha ribadito l’importanza delle misure di protezione attive sul territorio, informando che sono state concesse 47 misure di tutela ravvicinata per donne vittime di violenza, con vigilanza generica radiocomandata da parte delle forze dell’ordine. «La presenza di figli minori», ha ricordato, «può innescare una spirale intergenerazionale, ed è per questo che il lavoro congiunto tra istituzioni e associazioni rappresenta un presidio culturale fondamentale, oltre che ordinamentale». L’assessora alle Politiche sociali del Comune di Benevento, Carmen Coppola, ha posto l’accento sull’importanza dell’educazione all’affettività e sulla necessità di interventi preventivi e rieducativi: è stato infatti avviato, in collaborazione con le ACLI, un progetto per la creazione di un centro dedicato a giovani autori di violenza, con l’obiettivo di prevenire la recidiva e promuovere un cambiamento culturale duraturo. «La violenza nasce dove manca il rispetto», ha affermato, «e il lavoro condiviso tra famiglie, scuole, istituzioni e luoghi di lavoro è indispensabile per contrastarla». Per l’Università del Sannio, Paola Saracini, presidente del CUG – Comitato Unico di Garanzia UNISANNIO, ha illustrato le azioni intraprese dall’ateneo a favore della cultura della parità: dalle linee guida sul linguaggio di genere alle iniziative no panel no women, dalla panchina rossa alle attività dello sportello di ascolto Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. «La violenza si combatte con la conoscenza», ha ricordato. «L’università è un luogo privilegiato per promuovere consapevolezza, prevenzione e un’autentica cultura del rispetto». Il programma dell’evento è stato arricchito da una serie di letture interpretate da donne e uomini della comunità accademica, che hanno dato voce a testimonianze, poesie e testi civili sui temi della violenza e del coraggio, contribuendo a costruire un momento corale di memoria e responsabilità condivisa. Fra le letture femminili, Emma Frosina ha interpretato “Finding Freedom” di Wadia Samadi, seguita da Marianna Marsullo e Rosa De Masi con brani da “Ferite a morte” di Serena Dandini; Gaia Renzullo ha dato voce a “Still I Rise” di Maya Angelou; Monica Romeo ha letto un estratto da “Mai più sola nel silenzio” di Lucia Annibali; Luana Barrasso, studentessa UNISANNIO, ha portato un testo tratto dalle testimonianze raccolte da D.i.Re.. Tiziana Zotti ha letto Alda Merini, Manuela Saccone e la studentessa Giulia Prisco hanno interpretato dei testi originali di creazione collettiva. Le letture maschili hanno visto il coinvolgimento di Giovanni Ponte, Agostino Meo, Luigi Nuzzolo, Ferdinando Ceglia, Pierpaolo Scarano e Marcello Stanco, con testi originali e monologhi civili dedicati al ruolo degli uomini come alleati nel contrasto alla violenza di genere. La chiusura è stata affidata a Cosimo Palma, Alessandro Di Blasi e Gregorio Dalia, che hanno interpretato il testo “In piedi signori davanti a una donna” di William Jean Bertozzo come gesto simbolico di rispetto e responsabilità.

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