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“Ridateci il treno”: Avellino non può continuare a restare isolata”. Con questo slogan, numerose associazioni del territorio hanno lanciato una petizione per chiedere la riattivazione della stazione ferroviaria del capoluogo irpino, chiusa dal 2012 e da allora rimasta senza collegamenti stabili.

Quella della stazione di Avellino è stata una “morte lenta”: dopo la chiusura del 2012, solo una forte mobilitazione popolare ne permise la riapertura, ma con servizi ridotti e poco efficienti. Nel 2016 l’annuncio dell’elettrificazione della tratta Avellino–Benevento (230 milioni di euro di finanziamenti) aveva fatto sperare in un futuro diverso. I lavori avrebbero dovuto concludersi nel 2021, ma di fatto non sono mai iniziati. La riattivazione è stata rinviata più volte – prima al 2023, poi al 2025 e ora, forse, al 2026 – mentre nel frattempo i pochi collegamenti regionali rimasti sono stati soppressi dal 2021.

L’isolamento ferroviario pesa soprattutto su studenti e pendolari. Oltre 5.000 giovani irpini frequentano l’Università di Salerno, mentre il 28% degli iscritti a quella di Benevento proviene dall’Irpinia. Senza treni, migliaia di studenti affrontano ogni giorno spostamenti lunghi, costosi e inquinanti, aggravati dai rallentamenti sul raccordo Avellino–Salerno per i lavori alla galleria Monte Pergola. A ciò si aggiunge l’apertura del nuovo aeroporto di Salerno–Costa d’Amalfi, oggi irraggiungibile da Avellino perfino in autobus.

E’ urgente intervenire, Se nulla cambia, Avellino, la Valle del Sabato e l’Alta Valle dell’Irno rischiano di restare fuori dalle reti ferroviarie moderne e dal corridoio europeo TEN-T, con pesanti ricadute sociali ed economiche. Eppure soluzioni ci sarebbero: in altre tratte italiane i treni diesel o ibridi hanno continuato a circolare anche durante i lavori di elettrificazione, garantendo un servizio minimo e incoraggiando l’uso del trasporto pubblico.

Il tema è anche ambientale: un’auto produce in media 162 g di CO₂ per passeggero/km, un autobus 90 g, mentre un treno meno di 60 g. Continuare a puntare solo su auto e bus significa più emissioni e più isolamento.

Le associazioni promotrici chiedono alla Regione e a Rfi: la riattivazione immediata della tratta Benevento–Avellino–Salerno con treni diesel o ibridi, limitatamente al periodo dei lavori e l’avvio certo e con fondi garantiti dei lavori di elettrificazione della tratta Avellino–Benevento.

Un collegamento ferroviario attivo permetterebbe ad Avellino non solo di riaprire i rapporti con Salerno e Benevento, ma anche di collegarsi alle grandi direttrici nazionali: dalle stazioni Alta Velocità/Capacità di Napoli, Afragola e Salerno fino alla futura stazione Hirpinia.

Alla raccolta firme hanno già aderito ACLI Avellino, Associazione per Borgo Ferrovia, Forino Polis, Give Back – Giovani Aree Interne, Info Irpinia, InLocoMotivi, ISDE – Medici per l’ambiente Avellino, Legambiente Alta Valle del Sabato, Legambiente Valle Solofrana, Lotta per la vita APS, Nui ra Ferrovia APS e Patto generazionale X l’Irpinia. L’elenco resta aperto: altre realtà, associazioni e comitati potranno unirsi, a dimostrazione che la battaglia per il ritorno del treno non appartiene a pochi, ma a tutta l’Irpinia.

“I cittadini hanno diritto a una mobilità moderna ed efficiente, non a promesse rinviate all’infinito. Se Avellino continua a essere esclusa dal trasporto ferroviario, qualcuno deve spiegare il perché”: questo il cuore della petizione che chiede il riscatto ferroviario della provincia.

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