Sud Valentina Cirillo 3

La grande passione per la fotografia e la volontà di poter far crescere la cultura e l’attenzione verso l’immagine come mezzo di comunicazione, di aggregazione e di qualità hanno spinto lo Studio Cerzosimo nelle figure di Armando Cerzosimo, unitamente ai figli Pietro e Nicola con cui dirige lo studio, a proporre delle rassegne fotografiche con il focus “La fotografia come passione”.

La peculiarità del progetto diretto da Armando, che si avvale del patrocinio e del sostegno del Comune di Bellizzi, nella figura del Sindaco Mimmo Volpe, sempre attento alle dinamiche culturali del territorio, è quello di invitare nella nuova struttura in Bellizzi in via Roma 210, fotografi sia del territorio che di altri luoghi che abbiano delle peculiarità di fotografare con un chiaro intento di passione e trasmettere la loro esperienza sia di fotoamatori che umana. Pietro Cerzosimo, referente della parte tecnica della stampa fotografica di alta qualità si occupa della stampa delle opere dei partecipanti poiché, una delle particolarità delle rassegne è quella di mostrare stampe su carta fotografica con modalità espressamente chimica. Nicola Cerzosimo si occupa del visual proiettando i lavori dei fotografi invitati. Partito con un primo incontro con Gaetano Paraggio, con le sue visioni oniriche di paesaggi urbani ed extraurbane, il secondo incontro ha visto confrontarsi, con un pubblico numeroso e appassionato, tre autori in un format molto avvincente: Franco Sortini, Francesco Truono e Armando Cerzosimo, tre appassionati, tre visioni diverse, un solo scopo: diffondere un messaggio di qualità e coerenza fotografica; per quindi passare al terzo incontro, che ha ospitato Davide Lunelli, una fotografia, la sua, a volte ermetica, seguito dal fotografo cilentano, che ci ha trasportato in paesi dell’Est sconosciuti, Salvatore Lembo. Incontri, questi, interessanti e vivaci per le implicazioni di diversi linguaggi mediati e arricchiti dalla preziosa collaborazione del critico d’arte Cristina Tafuri. Dopo la personale di Mirella Caldarone, fotografa pugliese dal titolo “Le mie orme”, ancora un occhio femminile, quello del giovane architetto cavese Valentina Cirillo. Sud quale luogo della mente, Sud come parte bassa che significa avvicinare alla terra, comunicare con essa, intesa come un principio di assorbimento e, insieme, di nascita: abbassando si seppellisce, si semina, si dà la morte per poi ridare la luce. Un tema che viene sviscerato a Matera, a Guardia Perticara, ad Aliano, dove il nascosto chiede con maggiore insistenza e da più tempo di farsi luce ed è qui che diventa più poroso e friabile il muro che divide il “sopra”, il “sotto”, l’”al di qua” e l’ “al di là”, l’arcaico e il presente, l’immaginario e il reale, in uno psicodramma che, nei secoli, è riuscito a penetrare la cultura e il suolo. Un Sud, il nostro che ha sempre assorbito tutto, riuscendo a rimanere in fondo se stesso, un Sud contaminato, da sonorità, saperi, sapori, profumi e tradizioni appartenenti ad altre culture, dall’Africa, all’ Oriente, un grande Sud, che incontreremo nelle varie comunità che “colorano” Salerno, Cingalesi, Senegalesi, Nigeriani, Siriani, teatralizzato, visualizzato, magnificato, nella sua nudità crudele ed esibita, nelle sue metamorfosi enigmatiche e perturbanti, partecipe di un sogno collettivo chiamato vita.

Il format della sesta puntata saluterà la presentazione dell’artista alla stampa, seguito da un momento conviviale, all’interno della galleria Camera Chiara sita alla via Giovanni da Procida, nel centro storico di Salerno alle ore 11 per poi trasferirsi, alle ore 17,30 nello Spazio Cerzosimo, sito in Bellizzi alla via Roma 210, per la proiezione e l’incontro con l’autrice.