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di VITTORIO CICALESE

Ringraziamo il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Marco Bussetti per aver chiarito la sua posizione su un tema così delicato come la scuola nel Mezzogiorno d’Italia.

Un Paese come l’Italia che, a prescindere dalle “differenze” ancora necessariamente da sottolineare – nonostante ci troviamo nell’Anno Domini 2019 -, risulta tra gli ultimi per investimenti previsti nel comparto istruzione, ha necessità di sottolineare la necessità di mettersi al lavoro anziché pensare ai fondi. D’altra parte, è giusto così: tanti insegnanti provengono dal Mezzogiorno, tanti giovani docenti sono attualmente impegnati in attività di supplenza con contratti a scadenza a medio-breve termine in ogni angolo del Paese. Quelli che invece sono qui, coloro che restano al sud, hanno invece altro a cui pensare: tra una lezione e l’altra è legittimo guardare in alto: non tanto per il panorama, che già l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi consigliava di apprezzare anziché criticare l’operato del governo (anche in quel caso si trattava di un governo con buona presenza leghista), quanto perché i calcinacci delle scuole a dir poco fatiscenti situate lungo la regione Campania sono spesso intolleranti a restarsene ferme nella struttura e si divertono a “venir giù”. Non cadremo nelle provocazioni del ministro Bussetti e non ci soffermeremo più del dovuto sull’espressione dell’onorevole Castiello, impegnata ad annuire al superiore anziché difendere la terra che le ha concesso di accedere al Parlamento: non cederemo alle vedute limitate di chi ritiene che esista un’istruzione di serie A e di serie B legata semplicemente all’ubicazione geografica degli istituti scolastici di ogni ordine e grado. L’impegno del personale docente di tutto il Paese richiede un unico tipo di campanilismo, rivolto a tutto lo stivale: tutto il personale impiegato all’interno degli istituti scolastici merita uguale stima e rispetto. Al sud, in particolare, c’è bisogno di fondi per rimettere in sesto strutture fatiscenti e fornire maggiore sostegno agli studenti che ne hanno, purtroppo, bisogno. Il ministro Bussetti probabilmente non sa, infatti, che in Campania solo uno studente su tre ha la possibilità di usufruire del sostegno di un docente terzo e soltanto per poche ore a settimana. Anche a loro, probabilmente, dovremmo annunciare che c’è bisogno di lavorare di più.Il ministro Bussetti, mentre i docenti sicuramente lavoreranno con ancor più impegno e coraggio in situazioni a dir poco disastrose, dovrebbe lavorare a un documento di poche righe in cui provvede a rassegnare le sue dimissioni.Quanto ai grillini, nulla quaestio: chi si somiglia, si piglia. Combatteremo incessantemente per garantire i dovuti diritti agli studenti, agli insegnanti e ai cittadini che non meritano di essere governati e rappresentati da personalità troppo piene di algoritmi e vuote di coscienza.Mentre, dunque, chi ci governa continua a ostentare la propria impreparazione dal punto di vista etico oltre che pratico, noi continuiamo la nostra battaglia di civiltà al fianco di chi ha bisogno di uno stato sociale e non dello Stato dei social: questa mattina siamo stati in delegazione a Roma, accanto ai lavoratori e ai sindacati. In quell'occasione abbiamo ovviamente voluto manifestare anche in favore dei lavoratori delle testate giornalistiche salernitane che purtroppo continuano a pagare lo scotto di una sempre più limitata e messa a rischio libertà d'informazione. Domani e sempre, invece, saremo accanto a chiunque abbia bisogno di sostegno e risposte concrete e non dei soliti tweet sconclusionati. Ma, più di tutto, saremo contro ogni tentativo di banalizzazione delle realtà territoriali che fieramente conosciamo, viviamo e rappresentiamo.