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Nunzia del Gatto è una donna che ha dedicato la sua vita allo studio, alla cultura, all'insegnamento. È un’insegnante autoritaria, rigida, di vecchio stampo, che combatte quotidianamente contro i mal comportamenti dei suoi allievi e dei rispettivi genitori, sempre più irrispettosi nei confronti della figura dell’insegnante, delle autorità, della cultura e del decoro. 

Un insegnante irreprensibile, forse, fino a quel momento fatidico in cui si ribella a quella vita infernale, al sistema, alla routine, a un’esistenza rigida e schematica, fatta di lavoro e studio, nonché di totale rinuncia ad ogni altro suo interesse. A dar corpo alla ribellione è l’esplosione improvvisa della sua folli. Dopo anni di repressione, Nunzia del Gatto ha un ’acting out’, perde tutti i freni inibitori, dando così finalmente vita a tutti i suoi inconsci desideri. Si libera. Tutti i suoi demoni interiori prendono vita e forma. Ognuno di essi ha movenze, carattere, voce e funzioni. Una molteplicità di personaggi prendono ad animarla e agitarla.
Tutte son figure chiamate in soccorso da Nunzia del Gatto per mettere in piedi un grottesco teatrale show ch’è anche al contempo uno spietato processo-interrogatorio. È giudice e giuria, Pm e avvocato difensore di se stessa, come di tutte le questioni legate al mondo dell’insegnamento di una volta e ferocemente contestato al giorno d’oggi.
Il personaggio di Nunzia del Gatto e le sue multiple, patologiche personalità vivranno in scena attraverso il corpo e la voce dell’attrice Adele Pandolfi. In un percorso che, coerentemente con le ossessive ritualità, gli schematismi rigidi e ripetitivi della malattia da cui è progressivamente aggredita, ha forse la stessa terribile fascinazione e ambivalenza del gioco stesso del teatro.