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Oggi l’ultimo capitolo di Fabula 2018, ieri l’incontro con il tre volte Premio Oscar Vittorio Storaro, un maestro, un genio della fotografia cinematografica al quale gli oltre 300 giovani creativi si sono avvicinati con la tipica dolcezza di chi s’intimidisce di fronte ai grandi.

«Crescendo ho cercato di capire cosa contiene la luce – ha raccontato in Arena Troisi – e quando ho scoperto che il suo incontro con l’oscurità fa nascere i colori è stato meraviglioso. Ricordo la prima che ho fatto quando ero ragazzo: scelsi di immortalare una fontana di Roma. Già in quell’occasione, prima dello scatto, studiai le angolazioni, la luce e tutto ciò che secondo me era importante. Insomma non fu una foto buttata al caso. Però devo riconoscere che a farmi innamorare del mio mestiere è stato il mio papà: lui proiettava film e io andavo con lui. La successione di immagini mi ha affascinato a tal punto che poi mi sono appassionato alla fotografia in movimento. Non è stato un percorso difficile, non lo è mai se c’è l’idea che ti guida, fa come da mappa».

Più tardi sul palco di piazza Giovanni XXIII, Storaro ha fatto il suo ingresso dalla platea dopo aver visto una clip che ha riassunto una parte della sua lunga e strepitosa carriera. «Grazie – dice Storaro al microfono – per questo dono prezioso. L’ultimo film è il frutto di tutti quelli che ci hanno preceduto, vederne una parte è stato emozionante. Se potesse vedere mia madre cosa ho fatto».

Nella stessa giornata i protagonisti dell’evento letterario hanno incontrato anche Pietro Indinnimeo, giudice del Tribunale di Salerno, l’onorevole Piero De Luca e lo scrittore Guido Marangoni, Premio Bancarella 2018. «Volevo fare il giornalista sportivo – ha detto Indinnimeo ai ragazzi – poi, la morte di Paolo Borsellino mi indirizzò verso la magistratura. Avevo un’idea romantica di questi grandi magistrati italiani e sognavo di poter contribuire allo sviluppo e alla legalità del paese: questa è stata la spinta che non mi ha fatto mai mollare».

Poi è stato il turno di Marangoni, autore di "Anna che sorride alla pioggia", un romanzo sulla sua terzogenita in cui si ride e si piange, e la sindrome di Down diventa un pretesto per parlare a tutti di fragilità. «Lo ammetto – ha raccontato lo scrittore - pubblicare un libro è sempre stato il sogno nel cassetto che non mi ero mai permesso di concretizzare. Non avevo mai pensato che la storia di Anna, proposta dalle pagine di Facebook  con stile leggero, potesse diventare un romanzo. Scrivere è stata una bella e impegnativa avventura. Un’occasione per approfondire il vissuto mio e di mia moglie Daniela dopo l’arrivo di Anna. C’erano cose in sospeso e ci siamo messi a nudo. È stato un momento di confronto e collaborazione anche se nel libro il punto vista è il mio».

Infine i Neri per Caso, che prima di concedersi alla piazza di Bellizzi con un lungo live che ha ripercorso tutti i successi del gruppo salernitano, hanno voluto “urlare” ad una platea stracolma di fan il loro più sentito grazie. «Fare musica ci fa stare bene – dicono parafrasando il claim di Fabula 2018 – ma è il contatto con voi giovani quello che ci stimola ad andare avanti. Non ci siamo mai fermati, abbiamo fatto solo meno televisione. Abbiamo tantissimi progetti in cantiere».

OGGI FABULA Ultima carrellata di ospiti oggi pomeriggio. Il primo (alle 19) sarà il cardinale Edoardo Menichelli, Arcivescovo Emerito Arcidiocesi di Ancona Osimo. A seguire (alle 19.30) Mara Venier, la vulcanica signora della televisione che farà tappa al Fabula prima di tornare, dopo molti anni e un’avventura a Mediaset, alla guida di Domenica In, la trasmissione di punta della Rai. Con lei tornerà anche Jucas Casella, già ospite di Fabula nel 2012. In serata il momento tanto atteso dai giovani creativi: chi tra di loro avrà vinto il Premio Fabula?