
Turismo a Napoli e volume d’affari, è guerra di cifre. Sul tema si registra l’affondo di Artigianà, associazione di commercianti del centro cittadino.
“È di pochi giorni fa – sottolinea una nota dell’associazione – la notizia di Confesercenti che elogia i numeri dei visitatori in Campania, con una stima di 200 mila visitatori a Napoli per il weekend di ognissanti 2025, e con un fatturato previsto di 56 milioni di euro“.
In sostanza, per alcuni crescerebbe il numero di presenze e, simmetricamente, anche il fatturato delle attività commerciali. Il quadro però stride con le analisi di Artigianà, secondo cui invece gli introiti sarebbero in picchiata. “Per il weekend del primo novembre – ci spiega la presidente Germana Falibretti – i cali vanno dal 30 al 50% rispetto al 2024“, pur precisando che i numeri “variano da negozio a negozio”.
Artigianà muove un appunto anche all’assessorato comunale al Turismo, per il quale “sarebbero stati 550mila i visitatori a Napoli, contro i 150 mila in tre notti di dodici mesi fa”. Un dato “impressionante” premette l’associazione. Eppure, “nonostante questo aumento spropositato di visitatori sul territorio napoletano napoletano (quadruplicato in un solo anno secondo gli annunci del Comune di Napoli) – afferma la nota – notiamo che c’è qualcosa che non va”. Artigianà non mette in discussione tanto la quantità di presenze, quanto le ricadute effettive sull’economia locale. “Alcuni soci, commercianti nella zona dei decumani e dei Quartieri Spagnoli – riferisce l’associazione -, non vedono alcun aumento bensì una drastica diminuzione degli incassi”. E questa contrazione non si riscontrerebbe “solo rispetto all’anno scorso, ma anche alle settimane precedenti”. In poche parole: “C’è una sproporzione tra stime di arrivi di turisti che non portano reale ricchezza al commercio napoletano“.
Per approfondire la questione, Artigianà tira in ballo le osservazioni “di chi lavora sul territorio da anni, e si confronta con i turisti ogni giorno”. Il verdetto dei commercianti parlerebbe di “un turismo che premia di più i negozi di paccottiglia di bassa qualità che negozi che vendono prodotti artigianali”. E in alcuni casi “la vendita sembra essersi bloccata, non solo rallentata”. Nel Centro Storico, Artigianà denuncia una “trasformazione che sta mettendo a rischio l’identità culturale” e commerciale della città. “Si segnala ormai una invasione (aggiungiamo anche incontrollata) – sostiene l’associazione – di negozi di souvenir tutti uguali, tutti che vendono prodotti prevalentemente di importazione, spesso a prezzi più che concorrenziali”. Alle numerose aperture di questi esercizi, inoltre, “si aggiunge un’analisi sulla qualità del turista, sulla sua bassa capacità di spesa”. Un target “che avvantaggia prevalentemente chi vende prodotti a un euro, e sempre meno chi investe in prodotti di qualità con un prezzo finale al pubblico decisamente più alto”. Tale scenario, induce Artigianà a chiedere l’attuazione di una delibera comunale, per controllare “le richieste di nuove aperture commerciali (al pari delle attività ristorative)”. Allo stesso tempo, si invoca “un immediato confronto” con l’assessora al commercio, Teresa Armato.
Su queste considerazioni, c’è la puntualizzazione di Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania e vicepresidente nazionale con delega al Mezzogiorno. “Abbiamo detto anche in quel comunicato stampa – dichiara Schiavo ad Anteprima24 – che il fatturato cresce nella sua totalità ma non cresce nella totalità delle imprese, perché nell’ultimo anno sono aumentate migliaia di imprese nella città di Napoli”. Per esemplificare, l’esponente di Confesercenti sottolinea che “soltanto nell’ultimo trimestre nella regione Campania” le aziende sono giunte a 4.600, mentre imprese, a Napoli e provincia se ne contano 1.700. “Quindi è evidente che – argomenta Schiavo – il fatturato cresce nel senso che il numero d’affari rimane imponente”. Tuttavia “l’incasso per ogni singolo imprenditore diventa sempre più basso, perché ci sono più imprese”. Confesercenti Campania sollecita dunque “un ragionamento per difendere gli imprenditori che ci sono”, e provare “a capire come dobbiamo non far crescere troppe attività nuove perché sennò la ricchezza può diventare povertà”. Sintetizzando, “i turisti stanno crescendo, pagano di più ma ci sono più imprese”. Per le stime di Confesercenti, “in confronto all’anno precedente Napoli ha un migliaio di imprese in più, quindi se prima i visitarori spendevano 100 euro e c’erano 100 imprese, queste ultime avevano 10 euro”. Viceversa, chiosa Schiavo, “adesso spendono 110-120 euro ma ci sono 200 imprese, quindi prendono 6 euro cada uno”.