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Il coronavirus e un'Italia stretta tra la paura e la voglia di ...servizio di GENNARO SAVIO

A causa dell’emergenza coronavirus per la quale ormai ci ritroviamo quasi tutti poveri e disoccupati, sull’isola d’Ischia comincia a serpeggiare la disperazione tra i lavoratori che non solo non hanno i soldi necessari per pagare bollette e cambiali, ma molti già non hanno neppure la possibilità di fare la spesa. E sono tante in tal senso le testimonianza che ci stanno giungendo. 

 A partire da quella di Giorgio Montagna che lamenta la richiesta, da parte di una banca, di urgente pagamento di una cambiale in scadenza. Ma possibile che chi governa il nostro Paese e che giustamente per l’emergenza sanitaria in corso pretende stiamo tutti chiusi in casa, non si rende conto che con l’economia ferma, siamo tutti poveri e che bisogna immediatamente bloccare il pagamento di mutui, cambiali e bollette di luce, gas, acqua e teleono? Ma sull’isola d’Ischia a fare la fame sono tutti i lavoratori a partire da quelli stagionali a parte dei quali saranno elargiti seicento euro per il solo mese di marzi.  Un’elemosina di Stato che non rappresenterà neppure una boccata d’ossigeno visto che questi ultimi sono già reduci da un lungo periodo di disoccupazione invernale e dal dimezzamento dell’indennità di disoccupazione. Ancora peggiore, però, è la situazione dei lavoratori edili a cui lo Stato, incredibile a dirsi, ha persino negato l’elemosina dei seicento euro. E per loro la situazione è disperata come ha testimoniato Giovanni Pesce su “Nuvola Tv”, nel corso della trasmissione “La Voce del Popolo”. Povertà ed esasperazione serpeggiano anche tra i tassisti, praticamente fermi dalla fine della stagione turistica, come ci ha confermato Giovan Giuseppe Pesce. Ma sull’isola d’Ischia, così come sta avvenendo in altre parti d’Italia, oltre alla denuncia della povertà dilagante, c’è chi come Peppe Lucido ha deciso  di denunciare i rappresentanti del governo per i ritardi con cui si è affrontato l’emergenza sanitaria.

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