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Partirà dal 23 e 24 novembre il programma artistico 2019/2020 a cura del The Beggars’ Theatre. Una ricca proposta artistica, tra musica, prosa, laboratori e mostre inedite pensata come un telaio, metafora di quel forte bisogno di legame e di vicinanza tra le persone, un telaio su cui si intrecciano azioni, idee e luoghi per realizzare un unico ricamo: la bellezza. Gli eventi si terranno da novembre 2019 a luglio 2020 e intrecciano tre luoghi pubblici riqualificati e restituiti alla comunità in un rapporto sinergico tra pubblico e privato: la sala teatrale “Mia Martini” presso centro Asterix, la sala teatrale NEST presso centro ART33 e la biblioteca Annalisa Durante.

Un programma poliedrico strutturato in diversi percorsi e ambiti: prosa, musica, laboratori e mostre.

La prosa. Sono previste due programmazioni parallele: una rivolta ai grandi autori del ‘900 europeo, da Samuel Beckett a Ionesco, da Testori a Edoardo Sanguineti, l’altra indaga il mondo Shakesperiano, attraverso i principali personaggi dei grandi componimenti del bardo estraendoli dalle opere in cui sono protagonisti. Alle loro singole voci viene lasciato il racconto delle proprie storie, avremo, quindi, serate con il solo Otello, con la sola Giulietta, con il solo Falstaff, e così via, il tutto affidato a brillanti attori, giovani e meno giovani, che, insieme a registi e nuove leve, svilupperanno i percorsi drammaturgici.

La proposta è arricchita dalla collaborazione con Giuseppe Sollazzo, che condurrà, insieme a un gruppo più adulto, alcuni laboratori per la realizzazione di due spettacoli, uno dei quali è stato scelto per inaugurare la nostra stagione in collaborazione con il Conservatorio di Musica di Avellino “Domenico Cimarosa”.

La musica. Prosegue l’intenso lavoro di studio dei linguaggi musicali, dalla musica colta a quella popolare sino alle esibizioni dell’ormai consolidato laboratorio permanente sulla vocalità de “La Corale per San Giovanni” e poi due appuntamenti immancabili: “‘A Figliola – Festa popolare” con gli interventi delle più importanti paranze campane, tutte riunite a suonare, cantare e ballare, per consentire quella trasmissione delle nostre radici attraverso l’unico criterio accettato dal mondo contadino, vale a dire la trasmissione orale: si impara nel momento stesso in cui si esegue e “Block Party” 3^ ed., evento a cura di Paolo Romano (Sha-One) che fa da contraltare alla cultura popolare delle campagne, rappresentando un altro tipo di cultura dell’oralità, quella della metropoli e dei suoi linguaggi: Rap, Trap, Writers, graffiti e sfide di free style.

I laboratori. Cofinanziati dalla Fondazione Banco di Napoli, si rivolgono ai giovani della periferia e si articolano in artistici e maestranze dello spettacolo, tra cui sartoria teatrale e scenotecnica.

Le mostre. I bellissimi costumi teatrali delle più preziose firme del Teatro internazionale degli ultimi 40 anni: da Enrico Job a Milena Cannonero, da Odette Nicoletti a Zaira de Vincentiis, Vera Marzot e tanti altri, messi a disposizione da “Gli Alberi di Canto Teatro”, oltre ad essere oggetto di un progetto fotografico con i ragazzi del quartiere, verranno esposti nei diversi luoghi degli spettacoli a cura dai giovani partecipanti ai corsi.