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enzo buonaPER IL NEW YORK TIMES IL "SENTIERO DEGLI DEI" E' TRA LE 10 PASSEGGIATE PIU' BELLE DEL MONDO

Per il New York Times è nella top ten delle passeggiate più belle al mondo. Un paesaggio che, in qualche punto, ricorda quasi il Machu Picchu, la fortezza inca sulle Ande peruviane. Un percorso completo per un’escursionista. Mare, monti, paesaggi mozzafiato, rocce affioranti, scogliere a strapiombo, e tante salite e discese spettacolari. Il periodo migliore per percorrerlo è da aprile a ottobre, ma cogliere la prima giornata di sole ed avventurarvisi nei mesi tra novembre e marzo non è affatto una cattiva idea.

Questo è il luogo dove i greci credevano che Ulisse avesse affrontato le sirene. Il furbo condottiero, per ascoltare il leggendario canto senza esserne manipolato, decise di farsi legare all’albero maestro della sua nave mentre il suo equipaggio, con le orecchie tappate, portava l’imbarcazione a largo.

Gli Dei dell’Olimpo, però, sottovalutarono l’ingegno di Ulisse e, così, preoccupati, scesero sulla Terra per impedirne il naufragio. Sbagliarono ad atterrare: arrivarono a qualche km di distanza dall’arcipelago, così, iniziarono a correre. Così i loro passi veloci, solcando le rocce della costiera crearono da allora quello che oggi è chiamato “il Sentiero degli Dei”.

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Diverse testimonianze storiche lasciano intuire come questi luoghi siano stati conosciuti, con molta probabilità, da alcuni dei più noti e famosi viaggiatori del Grand Tour tra cui Goethe, Lenormant, Mendelsson, Wagner ed altri ancora che, visitandoli, ne hanno decantato le straordinarie bellezze paesaggistiche. Altre storie e leggende narrano di come il sentiero sia stato utilizzato da briganti, malviventi e contrabbandieri che qui trovarono rifugio, nascondiglio e sicurezza per l’inaccessibilità del luogo. Si narra di persone dette i Fatati (taumaturgi dalle facoltà soprannaturali) tra cui vi era ‘U Magio (il mago) che conservava, su un enorme libro, scritti di lieti eventi e nefasti presagi. Si racconta anche di una scrofa che, coi suoi sei piccoli, durante le notti di luna piena si trasformava in essere satanico incutendo paura ai malcapitati passanti.

Miti e leggende a parte, il Sentiero degli Dei, é una secolare mulattiera, unica via di collegamento tra i borghi della Costiera Amalfitana fino alla costruzione dell’attuale strada statale costiera. Si snoda a circa 500-600 metri sul livello del mare da Agerola, fino a Nocelle frazione di Positano, ma il trekking prosegue attraverso ripide scalinate che conducono a Positano. Oltre alla vista, che spazia all’isolotto di “Vetara”, riconoscibile per la sua forma di balena, e lo scoglio di “Isca”, l’isola dei “De Filippo”, sono visibili Capri ed i  suoi inimitabili faraglioni.

Sul percorso vi è il più bel corredo della flora mediterranea, dalle più semplici piante come la parietaria, il rosmarino al lentisco, pianta aromatica e medicinale, al cistus, sia nella versione bianca e rosa, finendo alle orchidee spontanee. Ci sono poi piante che producono bacche anche d’inverno. C’è il mirto, il fico, il carrubo, il leccio.

Inoltre, in molto di quei tratti sabbiosi, la sabbia è scura perché è di origini vulcaniche, dell'area Flegrea di Pozzuoli. Nel tempo la pietra pomice ha reso il terreno fertile, ricco di minerali, una spugna naturale, molto porosa, che assorbe acqua e la fa defluire lentamente, utilissima per la produzione di una particolare uva detta “Pede ‘e Palomma” (piede di colomba) dalla tipica forma del tralcio e dal color roseo che ne caratterizza la vite, rarissima da trovare.

Tra guglie, profonde gole, dirupi e precipizi, ed ammirare la montagna che cambia, è molto facile incrociare animali al pascolo, come pecore e capre ed i loro pastori con i quali è possibile familiarizzare con i loro gli animali. Come pure è facile incontrare i Falconieri de ”Le ali nel Vento” che addestrano rapaci, diurni e notturni – poiane, gheppi e falchi –

Lungo i suoi sette chilometri, percorribili in circa tre ore seguendo i classici segnavia CAI bianchi e rossi, è d’uopo fermarsi per gustare il fiordilatte, la tipica mozzarella di Agerola, salumi ed altro, prelibatezze di una terra generosa con i golosi.

Percorrere il Sentiero degli Dei è un’esperienza totale, significa vedere ed apprezzare gente che vive e lavora in sintonia col paesaggio naturale e ne rispetta ogni aspetto, proprio perché è dalla natura che trae sostentamento. C’è chi raccoglie frutta dai campi coltivati a terrazzo; chi trasporta sulle spalle nuove sementi da piantare; chi, a dorso di mulo o cavallo, raccoglie e trasporta fascine di legna; chi ancora trasporta taniche d’alluminio contenenti latte fresco di capra, percorrendo due volte al giorno l’intero sentiero.

La libertà, la pazienza, l’orgoglio e l’attenta ospitalità di questa gente, per metà montanari, per metà marinai, spinge tutti quanti noi a rallentare e riflettere. Riscoprendo qualcosa forse di “perduto, mediterraneo, anteriore”. Proprio come recita la frase dello scrittore inglese D.H.Lawrence, incisa su una targa all’inizio del sentiero: “È questo il paesaggio che, dall’alto del Sentiero degli Dei, si apriva al nostro sguardo: è lo scenario di quell’estrema ansa della Costiera Amalfitana che guarda verso ovest, verso l’isola di Capri, quella costa ripida, afosa, con le montagne cristalline ove si abbandonano gli Dèi di oggi e si scopre di nuovo un sé perduto, mediterraneo, anteriore”.

Tutto il mondo percorre il sentiero, gli americani specialmente ne restano incantati. Purtroppo gli italiani sono i meno presenti, troppo impegnati a cercare bellezze altrove per accorgersi delle proprie.

*docente di marketing turistico e local development

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