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DEMAFF
“Esprimiamo piena soddisfazione per  la revoca da parte del direttore generale della Asl Napoli 1 della delibera che permetteva a un’associazione antiabortista di accedere ed operare nei reparti dedicati all’interruzione volontaria di gravidanza degli ospedali partenopei”.
Inizia così un documento sottoscritto da tutti i membri della segreteria del movimento politico demA – su proposta di Alessandra Clemente, Raffaella Casciello, Maria de Marco  e Chiara Guida  - che ha contestato sin da subito l’adozione della delibera sottoscritta dal direttore Mario Forlenza, che era palesemente in contrasto con gli articoli due e cinque della legge 194 del 1978. Ma al di là del risultato politico ottenuto nell’immediato, persiste, secondo la segreteria di demA, il rischio di attacchi ai diritti sociali, “rischio causato soprattutto dalla volontà politica di un governo che vuole imporre una svolta regressiva sul piano delle libertà civili e che ogni giorno, anche attraverso dichiarazioni  roboanti di ministri o con iniziative legislative, punta a colpire i ledere i diritti conquistati in anni di lotte che hanno segnato l’avanzamento della società e l’autodeterminazione delle donne. In questo clima – continua la nota della segreteria demA -  il  governatore di centro sinistra Vincenzo De Luca, che è anche commissario alla sanità regionale, non avrebbe dovuto consentire che si verificasse la possibilità  di una così plateale violazione della legge e dei diritti. Non vorremmo avere assistito ai prodromi di una campagna elettorale spregiudicata di cui si avvertiva già qualche avvisaglia. Sarebbe meglio, anche per legittime finalità di consenso, cercare di porre rimedio ai tanti episodi negativi che hanno segnato la sanità campana di cui prime vittime sono i cittadini più deboli”. Secondo i rappresentanti della segreteria demA bisognerebbe iniziare subito a porre rimedio “a quella politica sbagliata che ha distrutto i distretti territoriali, chiuso i consultori e i presidi ospedalieri di prossimità, confondendo la politica sanitaria con le inaugurazioni ripetute di strutture tanto elefantiache quanto poco operative. Una sanità accessibile a tutti i cittadini/e resta la maggiore garanzia di coesione sociale e di tutela dei diritti di tutte/i”. Il documento è stato sottoscritto anche da Luigi de Magistris, Enrico Panini, Marco Cocifoglia, Rosario Di Lorenzo, Egidio Giordano e Carmine Piscopo.

 

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