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LA POMPEI PORNOGRAFICA VIETATA AI MINORI. IL GABINETTO SEGRETO DEL MANN. LO CONOSCETE?

enzo buona

A Napoli il MANN è semplicemente “il” museo, tanto da dare il nome alla stazione della metro e la zona circostante. Il 2017 è stato un anno da record per il Museo Archeologico Nazionale: 529.000 ingressi, il 17% in più rispetto al 2016, 5 nuovi allestimenti, il 60% di nuovi spazi aperti al pubblico, 19 esposizioni temporanee e 47 mostre che lo hanno portato sulle pagine di tutto il mondo. Il Gabinetto Segreto è forse la parte più particolare, quella a luci rosse, quella che fa più sorridere dell’intero museo, dedicata alla “pornografia” pompeiana. A Roma e Firenze ci sarebbero file e biglietti nonché platee di sconvenienti curiosi che ignorerebbero i ‘Vietato fotografare’. A Napoli invece, ancora in pochissimi sanno dell’esistenza di questo scrigno, quanto mai esplicativo dell’origine delle nostre abitudini sessuali.

Una storia di censure, aperture e chiusure. Gli scavi di Pompei iniziarono alla fine del '700 sotto Carlo III di Spagna e poi con Napoleone e i Borboni. Le prime censure nacquero quando furono diffusi i primi cataloghi del museo che le autorità francesi proibirono a causa del contenuto troppo hot. Ma l'epilogo vero e proprio avvenne con Francesco I di Borbone che visitando il museo con la famiglia, sconvolto da quei contenuti spinti, ne ordinò la rimozione e chiusura in un Gabinetto speciale e segreto, ma che altro non fece che rendere la collezione ancora più famosa perchè divenne tappa obbligata dei gentleman europei. Talvolta le chiusure e le aperture erano anche politiche. Non è un caso che Garibaldi, appena arrivato a Napoli impose l’esposizione di tutte le opere “per farle osservare giornalmente al pubblico”. Una scelta fatta chiaramente per sancire l’arrivo di una politica più liberale. Solo nel 2000 la raccolta erotica fu definitivamente riaperta al pubblico.

La Pompei a luce rossa si divide in tre aree tematiche: pittura mitologica, pittura dei lupanari, amuleti. In totale 250 opere, simboli di una sessualità vissuta senza ipocrisie e falsi bigottismi tra sculture, affreschi, mosaici raffinati, bronzetti, lucerne, pigmei intenti ad accoppiarsi su barchette sul Nilo, lunghi falli pendenti o eretti, un Ermafrodito in fuga da chissà chi. Pezzi che abbellivano lupanari o stanze private, come anche erme itifalliche che erano ad ogni angolo di strada delle città romane, amuleti plurifallici con campanellini (da cui deriva il corno napoletano, considerato talismano scaccia-demoni), una venere in bikini, raffigurante Venere che si scioglie il sandalo,.

Il pezzo più famoso della raccolta, nonché simbolo non ufficiale del Gabinetto Segreto è una statuetta, è il gruppo marmoreo con Pan e capra, rinvenuto nel 1752 nella Villa dei Papiri di Ercolano, che vede il dio Pan mentre si congiunge con una capretta: lei gli preme gli zoccoli al petto, lui la guarda e lei restituisce lo sguardo con una qualche sorta di tenerezza. Una lampante dimostrazione che i nostri avi contadini e pastori non disdegnavano in caso di bisogno di soddisfare gli impulsi sessuali anche con gli animali. Numerosi sono anche gli esemplari raffiguranti ermafroditi e maschi superdotati al punto di necessitare di opportuni sostegni per membri elefantiaci, approcci tra satiri e ninfe e come ciliegina finale una raccolta di apparati maschili completi di testicoli, che a quel tempo erano utilizzati anche come amuleti personali, portati da uomini e donne come protettivi contro il malocchio e le malattie. Il Gabinetto si trova nel piano ammezzato del Museo, di cui occupa le sale 62 e 65. Accedervi è molto semplice: alla visita totalmente libera si è preferito, data la ristrettezza degli ambienti un sistema a prenotazione fatta lo stesso giorno della visita direttamente al banco informazioni. Unica limitazione rimasta è quella relativa ai minori di 14 anni per i quali si richiede l’accompagnamento di un adulto che si assume la responsabilità della visita.

Ma qui al Gabinetto Segreto vi è poca affluenza. Forse l’uso di musica, luci, e perché no di qualche narrazione mirata potrebbe essere ottimo supporto per alimentare il flusso turistico nelle sale  accendendo anche un interesse che superi la curiosità maliziosa per l’argomento. Probabilmente questa sezione, se un giorno la scuola facesse un serio salto di metodologia formativa, potrebbe essere offerta agli studenti mettendoli sia davanti all’immagine che all’occhio di chi guarda. Perché una visita al Gabinetto Segreto può allenare lo sguardo a vedere “oltre”, lontane da ogni pregiudizio, paure, abitudini, e dal senso del peccato,. Una mostra che fa riflettere non solo sulla differenza tra i valori del mondo cristiano e pagano ma sul fatto che seguirne l’evoluzione significa un po’ seguire la storia del comune pudore. Riconoscendo che nel mondo pagano avevano capito il sesso non legato al peccato, forse più semplice, puro, qualcosa che è dentro di noi e lo sarà per sempre.

docente di marketing turistico e local development

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