Bertand Chamayou

I Concerti di Mezzanotte del Ravello Festival stanno registrando un sold out dopo l’altro e anche il quarto appuntamento, in cartellone giovedì 16 agosto (ore 23), sembra andare nella stessa direzione. Nell’atmosfera intima e magica della Sala dei Cavalieri sarà di scena un altro grande interprete del pianismo contemporaneo, Bertrand Chamayou, che torna nella Città della Musica a distanza di tre anni dall’ultima esibizione in duo con la violoncellista Sol Gabetta.

Bertrand Chamayou è uno dei pianisti francesi più rilevanti della più recente generazione. Il trentacinquenne pianista tolosano presenta a Ravello un programma molto articolato e ricercato, tessuto di sottili legami che rivelano aspetti desueti e legami inaspettati. Dell’alfiere del pianismo classicista e oggettivo, Camille Saint-Saëns, eseguirà il quarto Studio dell’opera 111, che descrive con ripetizioni minimaliste e ostinate le Campane della Cattedrale di Las Palmas di Gran Canaria. Parte tutta speciale occupa Franz Liszt come precursore di Ravel e Debussy (che suonò per lui nel 1886 alla Villa Medici di Roma – il celebre Claire de lune proviene dalla migliore composizione giovanile di Debussy, la Suite bergamasque) e come ammiratore e apostolo dell’arte di Wagner, nume tutelare di Ravello e del suo Festival. Un legame che passa fra gli arpeggi, a partire da quelli seducenti delle Harmonies du soir (undicesimo degli Studi trascendentali), ai meravigliosi Jeux d’eau de la Villa d’Este, raveliani avanti lettera, passando per la stupenda traduzione in musica del Sonetto 123 del Petrarca, tappa fondamentale del pellegrinaggio italiano di Liszt, raccolta nel secondo volume degli Années de pélérinage.

Quanti aspetti del pianismo di Liszt filtrano nelle opere di Ravel presenti nel concerto, come nel primo e nell’ultimo dei suoi Miroirs, Noctuelles e La valleé des cloches oppure in Ondine, ispirata a una delle poesie in prosa di Aloysius Betrand, raccolte nell’hoffmaniano trittico intitolato Gaspard de la nuit.

Nei luoghi che incantarono Wagner e la sua musica non possono mancare le famose trascrizioni lisztiane per pianoforte (come la Marcia solenne del Santo Graal dal Parsifal, offerta agli ospiti di Villa Wahnfried durante la prima esecuzione assoluta dell’ultima opera di Wagner) oppure l’omaggio che a sorpresa Liszt suonò il giorno che Wagner avrebbe compiuto settant’anni (22 maggio 1883), Am Grabe Richard Wagners (Sulla tomba di Richard Wagner). Per la chiusura del concerto l’ipnotico Wiegendlied di Liszt, una ninna nanna la cui melodia si arricchisce armonicamente per dissolversi sulla cellula ostinata di tre note discendenti da cui è sorta.