Folla di turisti a Napoli nel ponte dell'Immacolata: strade invase dai  vacanzieri, gremiti ristoranti e hotel - Positanonews

“La pandemia da Covid-19 ha avuto ripercussioni senza precedenti sul turismo, settore che vive di scambi, di interazioni sociali e di movimento, tutte parole che in quest’ultimo anno hanno assunto connotazioni inusuali e, spesso, purtroppo, collegate alla diffusione del virus”.

Esordisce così Gabriele Labombarda, partner di Grant Thornton e responsabile dell'area Bts e outsourcing, conoscitore del nostro settore e che il 28 gennaio prossimo sarà speaker, in rappresentanza dell’Italia, alla conference dal tema “Fueling Growth”, che avrà luogo in Arabia Saudita e in cui si parlerà del futuro del turismo ad un pubblico chiaramente interessato ad investire nel nostro Paese.

“Ciò che rende questa crisi così unica è l’aver colpito indiscriminatamente tutto il settore - dichiara - in ogni suo segmento e in tutto il mondo, facendo registrare perdite per  460 miliardi di dollari, soltanto nel primo semestre”.

Nel nostro Paese, in particolare, gli ultimi dati diffusi da Federalberghi, Assoturismo, Confindustria Alberghi rilevano i numeri negativi che parlano di un crollo del tasso di occupazione alberghiera, del taglio di migliaia di posti di lavoro e dei ricavi, numeri che riportano indietro il settore di 30 anni.

“Se da un lato ci vorrà del tempo prima che il turismo mondiale possa tornare ai livelli di un anno fa – spiega - è altrettanto chiaro che la pandemia porterà inevitabilmente a un’accelerazione nel processo di digitalizzazione del settore, contribuendo così a un salto di qualità nella customer experience e a nuovi modi di concepire il turismo”.

Restano gradi di incertezza su dove si andrà a intervenire. “’In Europa la pandemia è arrivata dopo il propagarsi in Asia – sottolinea – e se in Cina sembra che il turismo recuperi terreno, per noi è ancora presto per capire dove si andrà. Quel che posso dire è che la Wttc ha previsto tre scenari di uscita, dal più pessimistico, al  medio e al più positivo”. Si tratta, però, di dati pubblicati ormai da qualche mese, quando era in via di partenza la seconda ondata. “Nei mesi scorsi si diceva – commenta Labombarda – che serviranno almeno due anni e mezzo per riprendersi. Pensando a quello che è successo dopo, senza aver previsto una seconda o un’eventuale terza ondata, mi sento di dire che un recupero sarà raggiungibile, con caratteristiche diverse, nel 2024-2025”.

E’ interessante a questo punto capire se i player saranno gli stessi o diversi rispetto al 2019. L'offerta sarà la stessa?”, si chiede l'analista. Una riflessione che conduce in una duplice direzione. “Lo choc – dichiara - porterà ad una ristrutturazione profonda e duplice: bisognerà cambiare modalità di presentare il prodotto turistico, con un reset dei valori. A farla da padrone sarà una revisione connessa ad una diversa modalità di revenue management e di post management”.

Attualmente la decisione di diversi imprenditori, di fronte all’incertezza delle norme, è stata quella di non riaprire la propria attività e l’asse temporale del recupero si sta spostando in avanti.

“Un’uteriore riflessione – incalza il manager – è il fatto che con una modalità di offerta destinata a cambiare, la tecnologia avrà un’importanza predominante, dal booking ai sistemi di pagamento. Credo che un altro elemento da valutare sarà la natura dei viaggiatori”.

Secondo Labombarda, la grossa fetta di operatori che sono in fase di remote working fa spostare in avanti la ripartenza dei viaggi internazionali e delle conference, “attività che sono state spazzate via”. Quando ci sarà il vaccino e si tornerà a viaggiare, questo settore legato al bt tornerà come prima o gli strumenti adottati hanno dimostrato di essere un’alternativa? “Ci sarà una via di mezzo – replica il manager -.  L’offerta dovrà essere strutturata per rimpiazzare alcuni servizi. Il mercato diventerà locale, si faranno più viaggi in aree vicine e l’offerta turistica dovrà offrire qualcosa di più, altrimenti si potrà decidere di rimanere a casa”.

Con la fine della Cig il manager prevede una serie di ristrutturazioni aziendali, ma il rimedio potrà avvenire anche dall’avvio di partnership che uniscano varie esperienze. “Potranno avvenire tra operatori della filiera. Certo che per le categorie dei tour operator e delle agenzie di viaggi potremo assistere a un po’ di tutto”. Labombarda ipotizza un minor numero di operatori, con delle procedure liquidatorie, un’opera di consolidamento, con player più grandi attraverso processi di fusioni, anche nella parte di gestione alberghiera.

L’interesse per il nostro mercato continua ad esserci e “sono diversi i gruppi dell’Est che sondano il settore italiano per fare acquisizioni. Questo succederà dopo la fine di questa fase drogata degli aiuti di Stato.  Si tratta di gruppi che vogliono acquisire gestione o proprietà”.  Per quanto riguarda i servizi d’agenzia, “o l’agente ha caratteri distintivi tangibili e un valore riconosciuto a livello regionale, o quella tipologia di servizio sarà sostituita da modalità online”.  In campo alberghiero la direzione sarà quella di consolidare gruppi con più hotel e i fondi di investimento giocheranno un ruolo predominante.

“Sono convinto – conclude – che nel prossimo futuro l’Italia la farà da padrone. La tecnologia e l’esperienza virtuale possono mantenere l’attenzione sui territori anche in una fase di lockdown e si può sfruttare il momento per conquistare nuovi target”.