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Al Comando Subacquei e Incursori è assegnato il compito di intervenire con le proprie camere di decompressione in soccorso al personale dei sommergibili sinistrati, dei propri operatori subacquei e, nei casi emergenziali, a supporto della collettività, mediante interventi di ossigeno terapia iperbarica.

Questa grande esperienza, maturata in oltre 170 anni di attività, ha fatto si che il Gruppo Operativo Subacquei (G.O.S.) suggerisse al Comando l’opportunità di utilizzare le maschere oronasali, impiegate negli impianti iperbarici, nell’ambito delle attività di rianimazione condotte negli ospedali, in relazione all’attuale emergenza Covid-19. L’idea è nata dagli operatori dell’Ufficio Tecnico Subacqueo del G.O.S. che hanno riscontrato le analogie d’impiego di questi sistemi con quelli del personale sanitario in servizio nei reparti di rianimazione. Queste maschere sono state realizzate per essere impiegate in ambienti iperossigenati, sono già dotate di valvole di non ritorno, per il gas in ingresso e per quello in uscita, e possono essere collegate semplicemente ai filtri antivirali già in uso negli ospedali. Grazie al coordinamento con l’Assessore alla Sanità della Spezia, dott. Gianmarco Medusei, il primo aprile sono state consegnate 15 maschere oronasali al direttore del Reparto Rianimazione dell’Ospedale S. Andrea della Spezia, Dott.ssa Cinzia Sani. Positive le prime impressioni nelle prove d’uso. Le maschere sono confortevoli, con un alto potere filtrante e riutilizzabili infinitamente, in quanto lavabili e sterilizzabili. Un’intuizione, quella dei palombari del G.O.S., che testimonia la vicinanza della Marina verso la difficile e straordinaria opera di medici e infermieri che, dalla prima linea, combattono ogni giorno contro il virus.

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