Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

Stampa
Visite: 1265

Risultati immagini per POPULISMO

di GIANLUCA MAGNI

L’occasione era perfetta per un “amarcord” di pochi, sparuti nostalgici. Portavano a questa conclusione sia il tema del convegno, “Il riformismo italiano e le socialdemocrazie europee” sia i protagonisti, i dirigenti della cooperativa Giuseppe Massarenti di Molinella, il segretario della locale Unione Socialdemocratica, un movimento politico che in zona è sopravvissuto alla Prima Repubblica, e Emanuele Macaluso, senatore e deputato, leader storico della corrente “migliorista” del PCI da sempre attento alla storia e all’evoluzione del socialismo europeo.

Invece niente di tutto questo. 

La prima sorpresa è stata il teatro. Nonostante una scenografia da anni ’50, la sala era gremita con una presenza giovanile assolutamente non trascurabile. Poi gli interventi di Massimo Bevilacqua, Fabrizio Rovatti, Enea Giacomelli, dirigenti a vario titolo, del movimento cooperativo e dell’Unione Socialdemocratica Molinellese, e, soprattutto, di Emanuele Macaluso, 95 anni portati alla grande, che ha parlato, a braccio, per quasi un’ora, con una lucidità e una profondità da fare invidia alla stragrande maggioranza della nostra attuale classe politica. 

La parte iniziale del convegno è stata dedicata al ricordo di Giuseppe Massarenti e alle idee e ai valori che ad inizio del secolo scorso ispirarono la sua azione politica a favore degli operai e dei braccianti della zona. Lavoro e istruzione erano i diritti per cui lottare, solo attraverso questi infatti un uomo poteva conquistare la sua dignità ma questi diritti non dovevano mai essere disgiunti dal dovere di svolgere al meglio il proprio lavoro, anzi proprio questa era la base irrinunciabile per l’affermazione di quei diritti. Un’impostazione tipicamente riformista da cui poi è partito Macaluso per un’analisi sul presente e soprattutto per alcune indicazioni per il futuro. 

È stata la sua una vera e propria lezione di vita e di pensiero, tutta rivolta alle giovani generazioni. Netto il rifiuto del quadro politico attuale dove la fanno da padroni atteggiamenti ed ideologie che sono lontane mille miglia dai valori e dal pensiero dell’umanesimo  socialista. La situazione italiana, per Macaluso, è un unicum in Europa dove sovranismo e populismo pur essendo presenti non sono riusciti ad essere maggioranza e a guidare il Paese. Anomala la nostra situazione politica anche per quanto riguarda la sinistra, ormai ridotta ai minimi termini. Eppure, per l’esponente riformista, la situazione non è assolutamente persa. È indispensabile, oltre che combattere il populismo a livello istituzionale, tornare fra la gente, farsi carico dei problemi quotidiani, contrastare sul terreno concreto, ad iniziare dalle questioni più difficili, come può essere quella dell’immigrazione, la perdita di valori umani e civili che sembra caratterizzare il momento attuale. Su questa strada guida ed esempio possono essere proprio coloro che in passato, come Massarenti, hanno lottato per l’affermazione dei diritti dei ceti meno abbienti. Ma della loro lotta bisogna cogliere i principi ispiratori, la tensione ideale verso una vita migliore e più giusta, ed aggiornarla ai tempi attuali. Le ricette del passato non possono più essere la risposta ai problemi di oggi. Soprattutto bisogna declinare in modo nuovo quel welfare che pure ha avuto un ruolo importantissimo per il progresso sociale e civile. E protagonisti di questa nuova stagione della sinistra devono essere i giovani che devono imparare a lottare per conquistare i loro diritti e il loro spazio nella società. Non bisogna aspettarsi nessuna elargizione, i diritti per essere concreti, reali e duraturi devono essere conquistati. Come in America dove contro il populismo di Trump si stanno mobilitando, e lo hanno dimostrato le ultime elezioni di mezzo termine,  centinaia di giovani e di donne che in alcuni casi sono riuscite anche ad entrare nelle istituzioni. 

In definitiva, per Macaluso, non bisogna avere paura di richiamarsi ai valori che sono stati del socialismo democratico in Europa, valori che devono essere rielaborati e riproposti in rapporto al mondo di oggi. Infine, uno sguardo al PD e al confronto in vista del congresso. Basta con un dibattito tutto centrato sulle persone e sulle possibili leadership, la battaglia deve essere su linee politiche diverse che poi devono essere portate all’interno della società. Limitarsi a scegliere un segretario, che poi sceglie le persone a lui più fedeli, non porta da nessuna parte.

Autenticati