Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

Stampa
Visite: 1733

Risultati immagini per BURKINA FASO IRRUZIONE ARMATA IN UNA CHIESA

Almeno cinque fedeli cristiani sono morti e un sacerdote è stato ucciso in un nuovo attacco computo da un presunto gruppo jihadista nella parte settentrionale del Burkina Faso. Secondo l’agenzia di stampa locale “Aib”, un gruppo di uomini armati tra i venti e i trent'anni ha fatto irruzione nella chiesa di Dablo, nel nord del Burkina Faso.

I terroristi avrebbero incendiato la chiesa e alcuni negozi, oltre a un ambulatorio, accanendosi contro i fedeli cristiani. Si tratta del secondo attacco di questo tipo in poche settimane. Lo scorso 28 aprile, infatti, altre sei persone erano morte in un attacco armato condotto in una chiesa nel nord del Burkina Faso. Secondo quanto riferito da testimoni locali citati dall’emittente “Bbc”, gli aggressori erano fuggiti oltre il confine con il Mali.
Un altro assalto armato aveva luogo il 19 aprile a Maytagou, nella provincia centro-orientale di Koulpelogo, provocando la morte di cinque insegnanti. Secondo quanto denunciato di recente in un comunicato dall'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha), gli attacchi armati e l’insicurezza in Burkina Faso hanno causato massicci spostamenti di popolazione, costringendo quasi 136 mila persone ad abbandonare le loro case, più della metà delle quali dall'inizio del 2019, mentre circa 11 mila sono fuggite nel vicino Mali. Secondo Ocha, oltre il 95 per cento degli sfollati interni vive in comunità ospitanti, la maggior parte delle quali dipende dall'assistenza umanitaria già limitata, il che grava ulteriormente su una situazione resa già precaria dalla violenza e dalla siccità, che hanno innescato livelli allarmanti di insicurezza alimentare e malnutrizione lo scorso anno.
Il Burkina Faso, come il vicino Mali, è teatro di violenze perodiche fra pastori fulani, a maggioranza musulmana, e agricoltori dogon, che accusano i primi di avere legami con le milizie jihadiste. Secondo il governo di Ouagadagou, in Burkina Faso da gennaio sono morte almeno 50 persone in scontri di questo tipo, mentre la società civile parla di oltre 200 vittime. Il mese di marzo una delegazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite in visita nel paese ha invitato le autorità del Burkina Faso a rispettare i diritti umani nelle loro operazioni di lotta al terrorismo. "La lotta contro il terrorismo deve essere condotta nel rispetto dei diritti umani", ha detto il delegato tedesco Christoph Heusgen, invitando a "proteggere le donne e i bambini, che sono più spesso le vittime". Come riferito dalla presidenza burkinabé in una nota, i delegati hanno esortato le autorità di Ouagadougou a lavorare per rafforzare il tessuto sociale nel paese, attualmente minacciato dai frequenti scontri intercomunitari, ed elogiato l'impegno dimostrato da organizzazioni della società civile nella lotta alla corruzione.

Autenticati