Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

Stampa
Visite: 396

Paesi Fantasma: i borghi abbandonati più belli in Italia - Idee di viaggio  | The Wom Travel

“Nei paesi abbandonati, restituiti alla furia e alle carezze della natura, puoi ancora ascoltare il suono dei tuoi passi e le armoniche della tua voce; tra i ricordi e le ombre ogni sussurro diventa eco, mentre il silenzio apparente riporta d'incanto vibrazioni dimenticate. E in quanto a me, ho trovato più vita nelle mie belle addormentate che non in un centro commerciale, il sabato pomeriggio”. Lo ha dichiarato lo scrittore ed autore Antonio Mocciola e dal suo libro parte la narrazione di un territorio meno conosciuto ma molto bello, un vero patrimonio turistico per l’Italia di oggi!!

“Ai confini tra Emilia – Romagna e Toscana c’è un paese abbandonato da tutti, tanto da non essere neppure collocato geograficamente in una regione o in un'altra. Accade al confine tra Emilia Romagna e Toscana, dove sorge Castiglioncello. Un mucchio di case, i resti della Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo con l'intatto campanile – ha proseguito Mocciola - le piante che si mangiano le pareti, le scale, gli altari, il selciato. Ma è la storia di questo borgo appoggiato su un piccolo colle a lasciare interdetti. Fino al Trecento a regnare sulla zona del Mugello e dell'alta valle del Santerno era una potentissima famiglia, gli Ubaldini, malvista sia dai bolognesi che dai fiorentini per gli esosi pedaggi che, essendo la zona passaggio obbligato tra i due comuni, vi si doveva pagare. Un primo strattone alla situazione la diede Firenze, creando un nuovo tracciato e una nuova città, Firenzuola, per regolare i traffici. Castiglioncello, che apparteneva alla famiglia Alidosi e dipendeva dalla borgata di Massa di Sant'Ambrogio, ora scomparsa, chiese ed ottenne di passare alla Repubblica di Firenze, cosa che non riuscì alla vicina Castel del Rio. Eppure, ci vollero ancora 350 anni per far sì che Castiglioncello passasse dalla Diocesi romagnola di Imola a quella di Firenze, segno della sua costante ambiguità geografica. E intanto il borgo da cui dipendeva, Massa di Sant'Ambrogio, devastato da un terremoto, era stato appena abbandonato. Intanto, una nuova variante di tracciato (attraverso il passo della Futa) lo isolò sempre di più, tanto da tenerlo collegato alla rotabile solo attraverso un fragilissimo ponticello. Quando anche questo crollò, sotto i bombardamenti della seconda guerra mondiale, l'isolamento divenne totale, fino all'abbandono del 1960, a causa dei ritardi della costruzione del nuovo ponte, di cui tuttora rimangono solo le spalle. Da allora Castiglioncello è entrato in quel limbo della storia e della geografia in cui giacciono tutti i paesi che non fanno indotto. Eppure è di una bellezza speciale, con qualcosa di intatto che lascia costernati e commossi. Delle antiche contese tra famiglie non arriva più nemmeno pallida eco, in questa terra di sanguinosi conflitti. Fa sorridere l'assenza di confini dell'Europa di oggi. Castiglioncello ha decisamente sbagliato epoca”.

 Ripensare lo sviluppo basandolo soprattutto sulla vocazione turistica dei borghi – fantasma.

 “Il viaggio è conoscenza, il viaggio è meravigliarsi, il viaggio è emozione! Quante “belle addormentate” abbiamo in Italia! Potremmo risvegliarle mantenendo la loro atmosfera fiabesca che piace molto anche ai turisti stranieri. Borghi che potrebbero essere luoghi di set cinematografici – ha dichiarato Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale Archeoclub D’Italia - ma allo stesso tempo memoria storica di un’epoca o più epoche e dunque cammini o itinerari turistici. Archeoclub D’Italia sta profondendo un grande impegno affinché tutto ciò possa accadere!”. E domani Festa della Musica al Parco di Veio nel Lazio a Campagnano di Roma! Ed Archeoclub D’Italia mette in campo importanti iniziative tese alla valorizzazione dell’intero patrimonio italiano:

Domani, Domenica 26 Giugno, nel Lazio, nel cuore del Parco di Veio, presso il Santuario di Santa Maria del Sorbo , in via del Sorbo  a Campagnano di Roma, Festa della Musica, alle ore 18.30, in collaborazione con Associazione AMAL di Campagnano: FRANCESCA CANALI – flauto; MONALDO BRACONI – pianoforte

In programma: Wolfgang Amadeus Mozart (1756 – 1791) Sonata in Fa Maggiore KV. 13 Allegro, Andante, Menuetto primo - Menuetto secondo Pyotr Ilyich Tchaikovsky (1840 – 1893) Aria di Lensky dall’opera Eugene Onegin Francis Poulenc (1899 – 1963) Sonata Allegro malinconico Cantilena Presto giocoso Joachim Andersen (1847 - 1909) Fantasia Op. 45 sulla Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti Cesar Franck (1822 – 1890) Sonata in La Maggiore Allegretto ben moderato Allegro Ben moderato: Recitativo-Fantasia Allegretto poco mosso

Dunque Archeoclub D’Italia compie un viaggio tra borghi, chiese, santuari, in compagnia di grandi artisti come FRANCESCA CANALI Flautista eclettica e interprete carismatica e sensibile, Francesca Canali svolge una intensa attività concertistica internazionale che l'ha portata ad esibirsi in importanti festival e sale concertistiche quali, tra le altre, la Wigmore Hall di Londra, il Großes Festspielhaus di Salisburgo, la Konzerthaus di Vienna, il Palau de la Musica Catalana di Barcellona, il Teatro Olimpico di Vicenza, la Konzerthaus di Dortmund. È vincitrice di numerosi premi in concorsi solistici e cameristici nazionali ed internazionali tra cui, nel 2001, del 1. Premio del prestigioso Concorso Internazionale Maria Canals di Barcellona. Roma, Parigi e Salisburgo sono le città dove si è formata musicalmente, laureandosi brillantemente in flauto ed in musica da camera e studiando con alcuni dei più rinomati flautisti contemporanei quali Irena Grafenauer, James Galway, Michael Kofler, Patrick Gallois, Maxence Larrieu, Angelo Persichilli. Alla sua attività artistica affianca una intensa attività pedagogica internazionale e di ricerca scientifica che l’ha portata a conseguire con il massimo dei voti e la lode presso l’Università Mozarteum di Salisburgo il Dottorato di ricerca (PhD) in pedagogia della musica. Un suo metodo è in preparazione per la nota casa editrice tedesca Wißner Verlag. Attualmente è docente di Flauto e Musica da Camera presso la Musikhochschule Kalaidos di Zurigo e presso il Sistema di Scuole di Musica Regionali Austriaco. Tiene inoltre regolarmente corsi di perfezionamento, seminari, workshops, conferenze all’interno di congressi internazionali e collabora a progetti educativi e di formazione con istituzioni quali, tra le altre, il venezuelano El Sistema. Maggiori informazioni su: www.francescacanali.com

 

Autenticati