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Resurrezione di Gesù: perché gli apostoli non lo riconoscono fisicamente?

L'annuncio della Risurrezione ha coinvolto i discepoli con la partecipazione al dono dello spirito, che il Signore ha donato a loro nella stessa sera di Pasqua: quando Egli ha mostrato loro le sue piaghe, ci dice Mons. Angelo Spinillo nello spezzare la parola di domenica 1 maggio 2022, “essi hanno potuto conoscere la presenza del Cristo Risorto, il sacrificio d'amore di Dio donato per l'eternità a tutta quanta l'umanità”.

Ma seguendo il maestro, i discepoli sono partecipi della sua stessa vita, vivono le stesse esperienze. Così, negli Atti degli Apostoli leggiamo che essi vengono arrestati, interrogati e flagellati, ma i discepoli rispondono che bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini. “Segno della consapevolezza che essi sono ormai come chiamati a vivere seguendo solo la parola di Dio, diventando così comunione profonda con Lui. Proprio come l'obbedienza di Gesù, che ascolta e vive pienamente la volontà del Padre”.

In tal senso, il Vangelo di Giovanni stabilisce con chiarezza la missione degli apostoli a continuare l’opera del Signore: “In particolare, a Pietro è stato affidato tutto il suo gregge e la condizione perché questo possa avvenire è che Pietro ami veramente il Signore. Questo non si traduce nella semplice esecuzione di ordini, ma nella piena partecipazione della vita del maestro”.

Esemplare è l’episodio della pesca che, con la presenza del Signore, dà frutti abbondanti. Ecco, conclude il vescovo di Aversa, “la chiesa, ovvero tutti noi, siamo chiamati ad essere non solo fiduciosi nel Cristo Risorto ma, come continuatori della sua opera, daremo frutti di vita e di pace vera al mondo intero”.

*Vescovo della Diocesi di Aversa

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