L'Arte non ha confini. Le sue motivazioni e le sue espressioni hanno origine nell’esigenza umana che la ricerca. Il momento creativo ne è quindi l’apice artistico per eccellenza. Una istallazione d’arte è dunque viva quando è “nel divenire”, senza un necessario inizio e fine.
Questa premessa rende straordinaria la Mostra dei “Minimi Contrapposti” - incontro di segni, musica e pensieri, di Patrizio Ranieri Ciu - in quanto il suo allestimento ha come componente essenziale la partecipazione fisica ed intellettuale del filosofo Umberto Galimberti accanto agli artisti della Fabbrica Wojtyla & Compagnia della Città con i quali ha pienamente condiviso la loro visione finalmente alternativa dell'arte a partire dalla nostra città, depressa e avvilita dal dramma di una pandemia senza precedenti.
L’allestimento si è giovato quindi della pregnante fascinazione, arguzia, spontaneità e profondità di azione del pensiero di Umberto Galimberti che è definito dall’autore “forse al momento la più grande voce filosofica al mondo per il suo distacco creativo, per la sua dimensione “tragica” ma costruttiva della vita che riconosce solo ai giovani di spirito la facoltà di salvare il mondo dal suo scivolamento verso il basso di un baratro esistenziale. Quei giovani, oramai vittime sacrificali predisposte nell’attesa della loro mutazione in carnefici”.
Ulteriore originalità della Mostra è determinata dal fatto che il visitatore ne diventa parte integrante in quanto partecipa solo individualmente in date e con orari assegnati attraverso una turnazione a cui accedere con prenotazione obbligatoria.