MAURIZIOservizio di MIRELLA FALCO

 

Maurizio Sorrentino autore variegato della penisola sorrentina è stato protagonista il mese scorso di diversi eventi legati alla letteraturadoveha presentato il suo nuovo volume dal titolo SETTE ed oggi ci racconta di più della sua raccolta.

 

 

SETTECome nasce SETTE, qual è il filo conduttore?

Una raccolta di racconti accomunati dal numero “sette”; questo numero che ha un suo fascino particolare. Un numero ricorrente che mi ha intrigato, sette sono i mari, sette i sacramenti, sette i vizi capitali, sette le virtù sette i giorni della settimana, sette i colori dell’iride. Partendo dall’idea di scrivere sui sette vizi capitali e affascinato dalle narrazioni di Ernest Hemingway ho iniziato a scrivere le storie per ognuna di essa fino arrivare a 49. Questo tema a volte è un pretesto, alle volte sfiorato altre accede in quel giorno della settimana, o ancora è il protagonista che si lascia sfiorare dai vizi.

Dei quarantanove racconti quale sente più suo?

E’ difficile fare una graduatoria in quanto sono molto eterogenei, ci sono sentimenti, alcuni sono collegati al mistero, qualche altro ha anche caratteristiche autobiografiche, in altri si concentra la generosità. Difficile dare una preferenza ma sono molto legato ad uno in particolare “La Strada” è un po’ una metafora della vita ed è il primo che ho scritto.

I sette peccati capitali ci mettono a dura prova, racchiudono la debolezza umana. Le sette virtù racchiudono la perfezione dell’essere, lo slancio verso il bene e il giusto. Di quali virtù si avvale in questa continua lotta tra bene e male?

Nella classificazione classica sono contrapposte si pensi la prudenza che si oppone all’ira; Nella nostra umanità ci sono entrambi gli aspetti, resta a noi tenerne il controllo; siamo noi a decidere da che parte stare. Uno dei racconti a seguito un fatto drammatico si chiude con una considerazione, ovvero che la vera fortuna di un uomo è quella di non avere mai l’occasione di scoprire il male che è capace di compiere. Questo è il vero senso della riflessione, perché non sappiamo se vivendo in determinate epoche storiche saremmo o non saremmo stati nazisti, fascisti piuttosto che partigiani o persecutori; le scelte si fanno al momento tal volta sono dettate anche dalle circostanze.

Cosa la spinge a scrivere e dove trova l’ispirazione pur essendo impegnato professionalmente?

La passione. Quando le cose si fanno per passione si è disposti a sacrificare anche il tempo libero. Spostandomi per lavoro molte idee vengono nel silenzio di un tracciato di un’autostrada, la mente può essere libera di vagare più che tra le mura in ufficio.

Lei è Autore del romanzo storico “Nessuno vede il mio pianto” e il romanzo umoristico “Amore ai tempi della prostata”…

Questo è il terzo libro che scrivo, ho iniziato con i racconti, pubblicando sulle riviste, questi li ho inseriti assieme ad altri nuovi a questa raccolta. Mi piace cambiare, non sono monotematico non solo nella lettura anche quando scrivo. Nel romanzo storico l’aria familiare si lega quella della storia; Mi soddisfa lavorare soprattutto sull’architettura narrativa si pensi al numero sette di questa raccolta e anche ill volume “amore ai tempi della prostata” è strutturato in maniera particolare.

A chi dedica il volume e a chi è rivolto?

Dedico questo testo a mia moglie, la quale è stata la prima lettrice e incitatrice, lei mi ha spronato a diversificare i toni narrativi, infatti, si passa dalla tragedia alla commedia quindi cerca di soddisfare tutti i lettori.

Quali sono i progetti per l’anno in corso e quelli futuri?

Sarà pubblicata una nuova edizione del primo romanzo con nuovo titolo e seguirà anche il sequel del secondo senza deludere mai le aspettative dei cari lettori; Ma le idee sono ancora tante…