enzo buonaBAIA DI IERANTO, I CARAIBI DELLE PENISOLA SORRENTINA

Questi sono luoghi del mito e degli dei (il tempio di Atena a Punta Campanella, secondo Strabone, fu fatto erigere nientedimeno da Ulisse durante il suo viaggio di ritorno ad Itaca). Un’insenatura rocciosa tra Punta Campanella e Punta Penna, il fiore all'occhiello dell'Area Marina Protetta di Punta Campanella ma anche un luogo d’elezione perché conserva tracce indelebili della miopia dell’uomo.

Fino agli anni venti qui vi era un villaggio minerario per l'estrazione della calce, di proprietà dell’Italsider, che nel 1987, essendo in disuso fu donato al FAI, che lo convertì in oasi protetta. Evidenti lungo il sentiero le parti di montagna mancante, come i resti dei forni per la calce. Ieranto che pare derivi dal greco “Ieros”, ovvero "sacro" o “Jerax”, rapace, rientra nella zona B del Parco dei Monti Lattari. Ciò significa che la balneazione è consentita, mentre le immersioni devono essere autorizzate.

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Ci si può arrivare soltanto via terra, tramite un sentiero da Nerano, o via mare con l’utilizzo di natanti senza motore. L’accesso alla baia è gratuito tutti i giorni dall’alba fino ad un’ora prima del tramonto. Si parte dalla piazzetta di Nerano. Mentre si cammina, ci si sofferma alla Casa Silentium, il luogo di rifugio dello scrittore inglese Norman Douglas, che qui ad inizio ‘900, scrisse il libro Siren Land (La terra delle Sirene) straordinaria guida spirituale a luoghi della Penisola Sorrentina e di Capri. Proseguendo la vista diventa eccezionale: da un lato sulla Punta Penna e dall’altro Punta Campanella e Capri A questo punto è evidente la conformazione a Tre Pizzi della costa come un’ aquila con le ali spiegate. Si può decidere due itinerari: proseguire verso la torre cinquecentesca di Montaltoesempio di sistema difensivo costiero risalente al periodo dei vice Re o di proseguire per l’antica scala a gradoni che conduce alla spiaggia di Capitiello, proprio di fronte ai faraglioni di Capri che si vedono in primo piano. Un mare turchese e trasparente ideale per una nuotata o per fare snorkeling. E qui vi è una chicca: Ieranto è di particolare interesse dal punto di vista oceanografico poiché zona di confluenza tra la circolazione delle acque del Golfo di Napoli e del Golfo di Salerno oltreché un magico mondo sommerso costellato da grotte, cavità e pareti che si inabissano, popolato da una specie che è possibile esplorare grazie alle guida ambientale Aigae di Punta Campanella Diving Center. Nella baia, vive anche una delle piante acquatiche più caratteristiche della zona, la Posidonia Oceanica, razziata a lungo un tempo, dalle ancore delle barche prima che la baia diventasse area naturale protetta. Un animale tipico del Parco è il Gabbiano Corso che svetta sulla costa rocciosa con il suo becco rosso: la sua presenza testimonia la purezza delle acque. Non è raro vedere dei delfini a largo, come pure qui è ritrovo delle tartarughe marine Caretta caretta che vanno a nidificare in Cilento e che talvolta restano imbrigliate nelle reti dei pescatori e poi liberate. La Baia di Ieranto rappresenta un esempio riuscito di riqualificazione ambientale in Campania. Donata al FAI perché venisse sottratta ai pericoli di speculazione, la Baia è stata oggetto di importanti interventi di restauro ambientale volti a recuperare la macchia mediterranea originaria: dal rosmarino all’euforbia, al ginepro. Oggi Ieranto è riconosciuta Sito di Interesse Comunitario, incluso nell’Area Marina Protetta di Punta Campanella, e l’elevato livello di biodiversità la rende una destinazione ideale per chi ama il contatto con la natura più incontaminata, anche attraverso esperienze stimolanti e divertenti come birdwatching, kayak, snorkeling, passeggiate botaniche e laboratori per ragazzi. E’ bene però partire preparati: ideale è scendere la mattina con il fresco e risalire quando il sole sta per calare. Ma è decisamente meglio farlo non negli affollati week end. Il sentiero non è pericolosissimo ma è preferibile non farlo da soli. Non è particolarmente adatto ad anziani e bambini piccoli e persone con qualche disagio fisico. La spiaggia è piccola, può accogliere non più di 30/40 persone. A circa metà della discesa vi è un’area attrezzata FAI, dove si può consumare quello che ci si è portati da mangiare e da bere. Da lì, bisogna decidere se si vuole scendere ancora, fino alla baia, o risalire con calma. La ulteriore discesa (e, ancor più, la risalita) non è semplice anche con le scarpe da trekking perché la roccia calcarea dei monti Lattari fa sì che i sentieri siano disseminati di spuntoni rocciosi. Inoltre i cellulari non sempre hanno linea, anzi sul sentiero quasi mai. Ulteriori consigli: controllate sul sito della FAI se ci sono eventi in programma durante il vostro soggiorno. Sono sempre attività interessanti e ben organizzate. Indossate scarpe comode e zaino al posto della borsa: si tratta in ogni caso di un sentiero di montagna. Programmate la risalita nel tardo pomeriggio, altrimenti sotto il sole a picco risulta troppo faticoso. Andare alla Baia di Ieranto è una esperienza da fare assolutamente, un toccasana per rigenerarsi, un antistress naturale. Ed è veramente come stare in un altro mondo con uno scenario mozzafiato. Ma non tutti comprendono tanta bellezza. Ancoraggio e pesca sono vietati, ma sono ancora in molti a non saperlo o fanno finta di non saperlo. La baia è gratuita, altrove anche solo per mantenerla e preservarla, sarebbe a pagamento ma come spesso avviene da noi, c’è sempre qualcuno che rispetto dell’ambiente è locuzione inesistente.

*docente di marketing turistico e local development