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Giancarlo Siani era un ragazzo di 26 anni. Faceva il giornalista. Lo scrive più volte, Paolo Miggiano, nel suo ultimo libro NA K14314 – Le strade della Méhari di Giancarlo Siani, che narra la storia del giovane giornalista di Torre Annunziata, che fu barbaramente ucciso trentatré anni fa. Giancarlo raccontava la verità; questa era la sua unica colpa. Pagò per essere stato “scomodo”.

Venne ucciso intorno alle nove di sera, sotto la propria abitazione, nel quartiere Vomero, a Napoli. Era il 23 settembre 1985. Aveva appena parcheggiato la sua Méhari; la macchina che, dal 23 settembre 2013, Paolo Miggiano ha preso in consegna, custodendola gelosamente come se fosse un essere umano e che è diventato vessillo della legalità e della libertà di stampa. Quell’automobile gli fu affidata da Paolo Siani, fratello di Giancarlo, il quale sapeva che con Paolo Miggiano sarebbe stata al sicuro e avrebbe continuato a mantenere viva la memoria di un giovane giornalista che sognava un contratto stabile nel mondo che gli era sempre piaciuto.

C’è un qualcosa che va oltre la tristezza, nel pensare ad un ragazzo barbaramente assassinato. Ci sono le passioni comuni a molti giovani che in lui si riconoscono; c’è la voglia di raccontare. C’è un sogno che lui aveva già realizzato, in parte, e che fu messo per sempre a tacere. Quello di dar voce ai più deboli, di fare giustizia. Di lui, di quel ragazzo bello e sorridente con la Méhari verde, si è detto tanto, ma quel tanto non è mai troppo.

A Giancarlo Siani sono state intitolate scuole, aule, strade ed un premio giornalistico ne tiene viva la memoria. Se fosse ancora vivo, se ancora potesse scrivere i suoi articoli, forse alle sue inchieste e al suo impegno non verrebbe dato lo stesso valore che hanno ora. Perché a volte è così, nel mondo dei vivi.

Tuttavia, Giancarlo Siani è più vivo che mai. Vive in tutti i giovani che come lui hanno una passione e cercano di coltivarla, sperando diventi un lavoro. Vive in tutti i giornalisti che fanno il proprio dovere: scavare senza sosta tra le pieghe di quei fatti immersi nell’ombra. Vive in tutti coloro che amano la verità e aborriscono le menzogne.