Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

Stampa
Visite: 332

di MONICA CARBINI

Chiusura in bellezza dunque, con il sesto e ultimo concerto della rassegna “Jazz Steps - I venerdì del jazz”, inserita nell'ambito della stagione concertistica 2023 proposta da Accademia di Santa Sofia, in sempre più fruttuosa e promettente sinergia con Conservatorio di Benevento e Università degli Studi del Sannio.

Ancora una volta uno stracolmo Auditorium San Vittorino di Benevento, ha regalato al folto pubblico di appassionati e amanti del genere, ma anche di amanti della buona musica tout court, una serata veramente entusiasmante fra standard jazz e capolavori indimenticabili dei più grandi artisti e innovatori del linguaggio jazzistico internazionale: Duke Ellington, Charles Mingus, Dizzy Gillespie, Oliver Nelson, Jaco Pastorius, Scotty Morris fino al nostro amatissimo, indimenticabile, Pino Daniele.

Lo straordinario evento era il culmine artistico di un laboratorio che ha coinvolto studenti del conservatorio e musicisti esterni, con un ospite d'eccezione, il giovane talento del Jazz italiano, dalla promettente carriera anche internazionale, Federico Califano.

Tutti gli arrangiamenti erano curati dal Maestro Umberto Aucone, che ha mirabilmente incantato il pubblico suonando il bellissimo sassofono baritono - forse il più grande tra i sassofoni, dal suono caldo e potente, basso e profondo - e dirigendo, con contagioso entusiasmo, questo favoloso organico, composto dai validissimi musicisti: Enrico Asquitti al Piano, Andrea Venditti al Basso, Marco Leone alla Batteria; Mauro Seraponte , Angelo Cioffi, Pino Melfi, Stefano Minale, le trombe;  Ciro Marone, Gianni Taglialatela, Giuseppe Capriello ed Emenuele Pontoni, i Sassofoni; e Alessandro Tedesco, Lello Carotenuto, Francesco Fierro e Antonio Di Somma, i Tromboni.

Il gustosissimo programma inizia con il celeberrimo Take The “A” Train  di Duke Ellington e Billy Strayhorn; segue un’improvvisazione libera dove Umberto cita con grande maestria Goodbye Pork Pie Hat, un brano di rara bellezza scritto da Charles Mingus in occasione della morte del grande sassofonista Lester Young, cui segue Moanin’ sempre di Mingus, una delle migliori composizioni jazz di tutti i tempi.

Si prosegue con il gusto partenopeo di Che Ore So di Pino Daniele, che comprende un omaggio a Ronnie Cuber, Baritonista scomparso l’anno scorso. Si passa poi al vertiginoso Be-Bop di Dizzy Gillespie, dove si cimenta, finalmente, col suo sax baritono, anche l’ospite Federico Califano, solista trascinante che approccia con suono e fraseggio affascinanti, anche il brano successivo, Three Views of a Secret di Jaco Pastorius, dove l’arrangiamento del Maestro Aucone, mette perfettamente in luce il pieno impatto sonoro di un organico tipico di big-band.

Arriva anche il bravissimo e magistrale Leonardo De Lorenzo, docente di batteria jazz e capo dipartimento del Conservatorio N. Sala di Benevento, che suona un fantastico assolo anche nel brano successivo, la raffinatissima Stolen Moments di Oliver Nelson, e infine, per i saluti e le presentazioni finali di tutti i fantastici musicisti, la trascinante Go Daddy O di Scotty Morris, dove ritroviamo il batterista Marco Leone.

Per un esplosivo bis, gli artisti scelgono di ripercorrere la vertigine, coll’irrefrenabile Be-Bop di Dizzy Gillespie.

Ogni esibizione della vigorosa compagine, è un crescendo di energia e vivacissimo scambio con il pubblico; durante tutta la serata, applausi scroscianti, accompagnano ogni brano, incendiando una sala gremita da un pubblico calorosissimo, che ringrazia i bravissimi musicisti con grandissimi complimenti.

Lo special guest Federico Califano, con il suo sax, colora di generoso talento e fervidi guizzi improvvisativi ogni suo prezioso e sorprendente intervento.

Autenticati