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Da “Eppure soffia” di Pierangelo Bertoli ad alcuni spunti del paesologo Franco Arminio, passando per encicliche ed esortazioni apostoliche di papa Francesco e alle riflessioni sul verbo abitare del prof. Roberto Alessandrini, docente di Antopologia ed Ermeneutica Pedagogica all’Istituto “Progetto Uomo” dell'Università Pontifica Salesiana.

S’è svolto a Puglianello il primo dei 3 incontri unitari “Dove si balla” impostato sulla necessità di riconoscere la realtà nella quale viviamo nelle sue varie sfaccettature di bellezza e di dolore, di gioia, speranza e drammi per provare a prenderne sempre più coscienza e consapevolezza ed essere consequenziali a quel prendere consapevolezza nelle scelte che facciamo tutti i giorni. Alessandrini ha, dapprima, fatto un excursus storico-filosofico del verbo abitare nel cristianesimo, passando poi anche per il concetto espresso da uno dei primi termini che voleva esprimere l’abitare, e cioè il verbo “bauen” di origine tedesca. Attraverso degli esempi, infine, Alessandrini ha manifestato il senso dell’abitare in pienezza, con responsabilità, tempo e spazio che ci sono stati donati all’interno di un percorso che non va costruito per essere abitato, ma che va abitato con passione mentre lo si costruisce. E proprio battendo il ferro sulla responsabilità in Azione Cattolica che il vice Giovani diocesano Giuseppe Cutillo ha concentrato il proprio intervento a coronamento di alcuni passi della Fratelli Tutti, della Laudato Sì e dell’Evangelii Gaudium. Responsabilità, in particolare, sulla necessità di prendersi cura della propria vita interiore spirituale per provare a costituire un "noi” che abiti la casa comune. Prendersi cura del mondo che ci circonda significa che ogni persona, in quanto opera di Dio, riflette qualcosa di Dio ed è degna della nostra dedizione e attenzione. Ogni vita che abita questa nostra terra è sacra. Nonostante, quindi, l’umanità sia capace delle peggiori devastazioni e autodistruzioni, spesso della peggiore disumanità (oltre, purtroppo, alle guerre, pensiamo a tutti i parametri negativi allarmanti sulla povertà, sulle diseguaglianze, sull’illegalità), la stessa umanità è altrettanto capace di slanci generosi. Ed è da quel barlume di speranza, da quella luce che filtra che bisogna sempre partire e ripartire. Infatti, come ultimo momento, sono state presentate due testimonianze dell’abitare la casa comune che Dio ci ha affidato. 

Le due esperienze sono state vissute presso l’Istituto Penale per Minori di Airola dalla cooperativa sociale di comunità iCare e dall’Azione Cattolica di Frasso Telesino. Due operatori di iCare hanno raccontato un percorso formativo messo in piedi sulle tecniche base dell’agricoltura contadina. Sono stati avviati i laboratori per la manutenzione del giardino e per la coltivazione dell’annesso campo, tramite la piantumazione delle piantine da ortaggi e frutta, tenendo conto della stagionalità, e quindi la coltivazione e la relativa raccolta. I prodotti agricoli saranno utilizzati nel laboratorio di cucina del carcere, distribuiti ai ristoratori locali e presso il laboratorio di pasticceria sociale DolceMente di iCare. Come sempre, secondo vision e mission della cooperativa sociale diocesana, si prosegue la costruzione di un modello sociale nel quale il lavoro può diventare l’opportunità, offerta alle persone con diverse forme di disagio, di riscattarsi dalla loro condizione di marginalità, sperimentando la concreta possibilità di essere protagonisti del proprio cambiamento e della crescita della comunità che li include e li accompagna. L’AC di Frasso, invece, durante il periodo natalizio, su proposta ai gruppi parrocchiali della Diocesi del direttore della Pastorale Carceraria don Liberato Maglione, ha svolto un laboratorio creativo con la realizzazione di alcune befane di stoffe, ricavate da materiale riciclato e di riuso. Un piccolo esempio di sartoria sociale molto apprezzato dai giovani ospiti dell’IMP di Airola. Gesti e azioni comunitarie concrete, segno di intense esperienze spirituali, come ricorda papa Francesco in Laudato Sì, 232). Gesti e azioni concrete da imitare.