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La Musica è fluidità in divenire, linguaggio evanescente e trasfigurante. Accettandola, entriamo in un’altra dimensione ed in un altro tempo, siamo altrove ma nel contempo siamo qua. E’ impellenza creativa, gesto spontaneo che congiunge mente e spirito, è un bisogno di dare libertà, forma e proporzione ad un proprio ordine interiore.

“Oltre” lo posso definire come l’album della mia maturità artistica. Arrivo ad un punto della mia vita dove cerco di raccogliere le diverse forme musicali che ho acquisito negli anni ed ho voluto rifletterle in questi 15 brani, legati da un comune denominatore espressivo. Questo filo conduttore potrebbe essere definito “minimalismo” ma in realtà c’è anche molto altro. Riascoltandolo a posteriori, mi rendo conto di aver cercato inconsciamente un certo tipo di fraseggio rispondente a determinate necessità formali, un certo tipo di armonie a me care e di incastri melodici. Credo che questi brani, in ultima sintesi, mi appartengano completamente e mi rappresentino per quello che io sono ora. Ciononostante non è un punto di arrivo, ma è sicuramente una nuova ripartenza.

Perché “Oltre”? Perché nella vita ho sempre cercato di andare al di la’ delle apparenze e contestualmente ho sempre cercato di mettermi alla prova per dare un senso compiuto alla mia musica, che non fosse solo il rispetto di un codice o di un’etichetta, ma che fosse soprattutto l’espressione della mia parte piu’ intima. I miei brani hanno per me un senso compiuto, perché rappresentano il mio mondo interiore e le mie sensazioni e descrivono colori, paesaggi, stati emotivi o considerazioni sulla vita e sul vivere quotidiano. I titoli sono stati dati per “ricordi di immagini” e sensazioni vissute.

Il brano di esordio, “Your Soul told me”, è un dialogo interiore tra due anime che si riconoscono come simili, “Spring tones” è un elogio vivace alla vita che sboccia ed ai cicli infiniti dell’esistenza, “I fili del destino” è una considerazione realistica sul senso della vita e, forse, della predestinazione. Poi ci sono alcuni pezzi che io definisco “magmatici” dove ho cercato di riprendere quella certa energia di base che caratterizza spesso le mie composizioni o improvvisazioni: “Abades” e “Solaris” si evolvono appunto in questa direzione. Poi ci sono brani piu’ tranquilli e meditativi, come “in the morning” o rarefatti e siderei come “after the snow”. Troviamo poi “time” che vuole essere un’istantanea critica sul nostro vivere l’esistenza terrena a ritmi forsennati, dove l’umano si trova costretto a correre dietro ad un orologio immaginario che lo sovrasta tutti e scandisce i secondi. L’album si chiude con “prima di andare”, una specie di “arrivederci a presto” nonché un “grazie” per avermi ascoltato fino a qui.

I 15 brani sono stati quasi tutti composti di getto in un periodo molto breve, qualche mese fa. Ero appena tornato da un periodo di vacanza a Tenerife, luogo per me magico sotto il punto di vista energetico, ed ho elaborato in sole 5 settimane l’intero album. “Abades”, che forse è la composizione a me piu’ cara, vuole essere un ringraziamento a quei luoghi meravigliosi ed a quell’Oceano infinito che mi ha ispirato.