Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

Stampa
Visite: 194

Lioni, marcia per la pace del comprensivo 'Iannaccone' - IRPINIAPOST:  Industrializzazione, ricostruzione, ruralità

di Lucio Garofalo

Come recita un antico (e saggio) adagio popolare, “il padreterno regala il pane a chi è sprovvisto dei denti”, così l’Istituto Comprensivo di Lioni ha ricevuto il pane, bensì non ha i denti per masticarlo.

Nel senso che l’istituto dispone di due edifici all’avanguardia, sia per ospitare le sezioni della scuola dell’infanzia e della primaria, sia per la scuola secondaria di primo grado. Si tratta di enormi strutture edificate e donate dagli americani, se non erro, al Comune di Lioni negli anni immediatamente seguenti al tragico sisma del 1980. Sono edifici dotati di aule e spazi in quantità notevole ed attrezzati di molteplici laboratori e quant’altro. Oltre a ciò, nell’edificio dove sono collocati i due plessi scolastici dell'infanzia e della primaria, è presente anche un prezioso museo etnografico-antropologico istituito da anni in modo permanente. È una mostra alquanto ricca e fornita, dove esiste una raccolta che include circa 3500 oggetti distribuiti su una superficie di 500 mq, ospitata presso i locali della scuola primaria. La Mostra Etnografica venne allestita nel 1989 in seguito all’iniziativa di un gruppo di insegnanti della scuola elementare dell’allora Circolo Didattico di Lioni. L’idea scaturì dal bisogno di ricucire un filo di continuità storica, morale e culturale con il nostro passato, per favorire la riappropriazione di quell’identità dispersa in seguito al disastroso sisma del 1980, che devastò l’Alta Irpinia, con la speranza e il desiderio di affidare alle giovani e future generazioni un patrimonio di utensili, di arredi e di testimonianze che raccontano l’uomo al centro di una storia locale, nella sua totalità, in quanto essere individuale e sociale attraverso l’introspezione di oggetti da cui si evincono i rapporti reali dell'esistenza domestica e comunitaria di un tempo. Si tratta, dunque, di un autentico laboratorio della memoria, da visitare e valorizzazione, laddove si potrebbero rinvenire, ad esempio, antichi documenti e vecchi attrezzi scolastici, come un pallottoliere per il conto aritmetico, fotografie assai datate che ritraggono, tra l’altro, l’asilo infantile di Lioni risalente a vari lustri fa. È una mostra dove poter ammirare i giocattoli di una volta, la vecchia ferrovia di Lioni, arnesi ed utensili per l'agricoltura, arredi e reperti dell'antica civiltà contadina locale, botteghe artigianali e tante altre testimonianze del nostro passato, oramai dimenticato. Tuttavia, il rammarico è che un simile patrimonio di edilizia scolastica, indubbiamente prezioso, dotato di strutture logistiche avanzate e beni storico-culturali di assoluto pregio, risulta valorizzato in modo assai scarso da chi dovrebbe averlo in cura e gestirlo in termini razionali e proficui. Ma ciò dipende esattamente da quei limiti o quei fattori soggettivi, ossia di origine volontaristica, di volontà politica a cui facevo riferimento all’inizio della presente riflessione.

Autenticati