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Hòios eí (ciò che sei) è un invito a lavorare sull’individualità, a sviluppare l’individualità, ma è contemporaneamente un grido di ribellione contro l’appiattimento culturale, contro l’omologazione, contro la standardizzazione.

È un appello rivolto agli artisti coinvolti a lavorare sulle proprie emozioni, sul proprio sentire attraverso il corpo, e a trasmettere ciò attraverso il movimento, ognuno secondo la propria modalità e espressione individuale Il concetto ha origini lontane: il poeta greco Pindaro, uno tra i maggiori esponenti della lirica greca, così diceva in una sua ode “Divieni ciò che sei, diventa ciò che hai appreso di essere”, una riflessione sull’individuo ripresa poi nel corso dei secoli da filosofi e pensatori, ognuno con la propria interpretazione, basti ricordare fra tutti Friedrich Nietzsche o uno dei pensatori contemporanei più interessanti, Umberto Galimberti. La crescita, lo sviluppo individuale non hanno luogo attraverso imposizioni da parte di un altro individuo, ma quando ci si concede il tempo e l’energia di essere ciò che si è, maturando la consapevolezza del proprio modo di essere e di stare al mondo, come punto di partenza per camminare verso la realizzazione di sé. È indispensabile avere il coraggio di riflettere sulle proprie esigenze, bisogna avere il coraggio di affrontare la solitudine, bisogna avere il coraggio di sapersi mettere in discussione, di cambiare opinione e di sperimentare attraverso la condivisione, concetto ben diverso dall’imitazione e dall’omologazione. Accogliere nuove proposte, stimolare la creatività attraverso diverse interpretazioni di uno stesso pensiero, Hòios eí è questo, è uno strumento espressivo per chi ne è interprete e per chi ne sarà spettatore. Non essere come gli altri, mettersi in gioco, confrontarsi, essere aperti alla conoscenza del nuovo e dell’altro, senza essere uguali a tutti i costi, usando come strumento l’arte in generale e la danza in particolare, per ottenere attraverso un canale privilegiato di espressione, la possibilità di avvicinarsi, anche solo per un istante, alla emozione che l’assoluta purezza di un’opera d’arte può trasmettere.

 

ELEGIA

Coreografia Ricky Bonavita

Con: Valerio De Vita – Ricky Bonavita

 

Una libera indagine sul personaggio maschile, decontestualizzato da condizionamenti storici o narrativi, osservato attraverso vari aspetti della sua molteplice identità, della sua anima, delle sue relazioni, del suo vissuto emozionale. I corpi si rivelano e si scoprono all’interno di un mood emozionale in continuo divenire, dove il pianoforte come elemento trainante e seducente li condurrà in un viaggio introspettivo dell’inconscio, dell’intimo maschile, attraverso una continua scoperta di diverse possibilità espressive e comunicative, di mondi interiori, di fragilità nascoste.

 

 

POWER_GAME (Affinità) 

Coreografia di Ricky Bonavita

Con: Valerio De Vita – Ricky Bonavita

 

“Affinità“ è il sottotitolo con il quale il coreografo descrive in maniera sintetica un passo a due maschile tratto dalla sua opera più ampia „Power_game“. “Basta che uno si dichiari libero, e subito avverte la costrizione. Se osa riconoscere la costrizione, ecco che si sente libero.” (Johann Wolfgang Goethe – Le affinità elettive – Parte 2, cap 5). Siamo in un’epoca in cui il turbine tecnologico è sempre più incalzante e dirompente, eppure le relazioni umane continuano a riproporre le tematiche, i giochi, le dinamiche e le problematiche di sempre; cambiano solo le modalità di accesso e di connessione, come ci si approccia e ci si rapporta. Tutto ciò diventa pretesto per un’esplorazione coreografica che traduce i tentativi relazionali tra le persone mediante simboliche lotte tra i performer. Avvicinamenti e allontanamenti vengono percorsi nella logica della dipendenza “with and without you” e dei giochi di potere. Nel frattempo, la ricerca dell’altro, espressa come tentativo di riempire il vuoto dato dalla propria incostanza e fragilità, sembra mettere in luce una faticosa mediazione tra la difficoltà all’abbandono dell’esser umano, il desiderio e l’amore. In Affinità ci troviamo di fronte a una traccia narrativa molto forte che si svolge tra situazioni ironiche e al tempo stesso drammatiche, svelandosi allo spettatore nel pieno delle proprie emozioni.